La tragedia del Mottarone

Mottarone, scoppia la guerra delle perizie

Da un lato i legali difensori degli indagati, dall’altro le parti civili in rappresentanza dei familiari delle vittime

Mottarone, scoppia la guerra delle perizie

Strage della funivia, 22 giorni dopo. Prime schermaglie a Verbania, in Procura della Repubblica, tra le parti del procedimento giudiziario sulla caduta nel vuoto della cabina della funivia Stresa-Alpino-Mottarone che ha causato la morte di 14 passeggeri (si è salvato solo il piccolo Eitan, 5 anni): da un lato i legali difensori degli indagati (Luigi Nerini, titolare della società Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio, direttore della funivia e Gabriele Tadini, capo servizio della funivia), dall’altro le parti civili in rappresentanza dei familiari delle vittime e al centro la procuratrice della Repubblica di Verbania Olimpia Bossi.

Un avvocato dei tre indagati ha sollevato diverse eccezioni formali rispetto all’incarico del consulente tecnico informatico incaricato dalla procuratrice Olimpia Bossi. Il legale difensore ha anzitutto eccepito la cosiddetta catena di custodia sui reperti acquisiti sinora dalle indagini. Si tratta di un referto che riporta in dettaglio la cronologia riguardante il sequestro, la custodia, il controllo, la conservazione, il trasferimento, le analisi di tutti gli elementi di prova fisici ed elettronici.

A questa richiesta la procuratrice Bossi si sarebbe polemicamente lamentata con il legale circa una di lui mancanza di fiducia nei confronti dell’operato degli organi inquirenti. Anche gli avvocati di parte civile sono rimasti colpiti negativamente da questa richiesta. Inoltre lo stesso legale difensore si è riservato di sollevare eccezione formale di richiedere un incidente probatorio per la “scatola nera” della funivia, che dovrebbe aver registrato le operazioni di quella corsa fatale del 23 maggio che si è tragicamente conclusa a pochi metri dall’arrivo al capolinea sulla vetta del Mottarone. Ora il legale ha 10 giorni di tempo per avanzare questa richiesta e altri 10 giorni spettano alla Procura per rispondere. Intanto da lunedì prossimo, 21 giugno, il consulente della Procura Michele Vitiello, specializzato in informatica forense, potrà iniziare a lavorare su una ventina di dispositivi elettronici sequestrati dalla polizia giudiziaria. Si tratta di 3 telefonini in uso agli indagati, un telefonino di una donna vicina all’imprenditore Luigi Nerini, 2 cellulari probabilmente aziendali trovati nei locali della stazione di Stresa della funivia, una decina di computer e hard disk esterni, alcune chiavette USB e alcune memorie SD (le “schedine”). Nell’elenco c’è anche un registratore portatile in MP3, solo file audio quindi. Per ora dall’elenco restano fuori sia la “scatola nera” su cui pende un possibile incidente probatorio, sia le riprese NVR, cioè i video degli impianti di sorveglianza a circuito chiuso della funivia.

Se il buongiorno si vede dal mattino, la battaglia giudiziaria per la verità sulla tragedia della funivia lascia presagire altri colpi di scena.

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