Cronache

Multato perché il suo gallo canta solo prima dell'alba

Prima che il gallo canti, mi multerai tre volte. Parola di Matteo. Non l'evangelista. Ma, più prosaicamente, il proprietario del gallo "Rompi", così simpaticamente ribattezzato dai vicini per quel suo vizietto di rompere già alle 4 di notte.

Prima che il gallo canti, mi multerai tre volte. Parola di Matteo. Non l'evangelista. Ma, più prosaicamente, il proprietario del gallo «Rompi», così simpaticamente ribattezzato dai vicini per quel suo vizietto di rompere già alle 4 di notte. Fatto sta che Matteo, 83 anni, si è beccato una multa di 166 euro (le altre due seguiranno, se non riuscirà a convincere «Rompi» a darsi una calmata) per «disturbo alla quiete pubblica». Matteo, però, ha subito alzato la cresta: «Ma che c'entro io se il disturbo lo provoca un gallo, la multa perché non la fanno a lui?». Contestazione che - in punta di fatto - ha una sua coerenza, ma che - in punta di diritto - risulta irricevibile. Nel pollaio di leggi e leggine è previsto infatti che «in caso di danni arrecati da animali domestici, la responsabilità è del padrone». Nel fattispecie, la colpa è di nonno Matteo. Ma di cosa è accusato, esattamente, il bipede pennuto «Rompi»? Le parti lese, cioè i vicini di casa di Matteo, nell'esposto-denuncia presentato alla polizia municipale di Castiraga Vidardo, nel Lodigiano, teatro della bestiale contesa, spiegano in dettaglio i motivi del loro disappunto: «Il gallo comincia a cantare già dalle 4 di mattina, impedendoci di dormire». Insomma, «Rompi» inizierebbe la sua attività ben in anticipo rispetto ai galli normali, abituati pure loro a rompere, ma a un orario più decente: diciamo verso le 6, quando cioè albeggia. Ma si può criminalizzare un gallo perché fa «chicchirichì» quando meglio gli aggrada e non secondo le regole imposte dagli uomini? Che poi sarebbe come pretendere di polemizzare con un cane perché abbaia quando fuori è ancora buio o con un gatto perché miagola prima che spunti il sole; per non parlare dei versi - più o meno gradevoli - di tutti gli altri animali (da cortile e non) notoriamente sprovvisti di Swatch al polso, o meglio alla zampa. Nell'attesa che sulla gallesca questione si pronunci Madre Natura, Padre Comune (alias il Municipio di Castiraga Vidardo) ha dato ragione ai vicini insonni, sanzionando Matteo con tanto di diffida: «Deve far tacere il suo gallo!». Facile a dirsi, provino i vigili a spiegare a «Rompi» che non può più cantare quando vuole; arduo quasi quanto convincere Arisa a presentarsi a un Festival di Sanremo sì e a uno no. Ma i vigili che hanno multato Matteo hanno dalla loro parte il fatidico «articolo 24 del regolamento comunale», il quale «vieta il disturbo da animali che stiano, in case, giardini o cortili, dalle 22 alle 8». In paese non si parla d'altro. Non a caso il quotidiano locale, Il Cittadino di Lodi, ha tappezzato le edicole di locandine con il «Caso del gallo canterino».

«Il proprietario del gallo - spiega la sindachessa Emma Perfetti - era stato avvertito. Dopo aver accertato che il pennuto effettivamente iniziava a cantare alle 4, avevamo chiesto al pensionato di provvedere a fare in modo che l'animale non svegliasse il vicinato così presto. Nulla è stato fatto, e quindi la multa è stata inevitabile». «Ora - conclude la prima cittadina - questo signore dice che vuole rivolgersi in questura e in prefettura per contestare il verbale. Vada dove desidera. Le normative vanno rispettate». Della serie, amministratori lungimiranti.

Di più: perfetti.

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