Napoli, accusato di aver violentato un ragazzo: la camorra lo fa uccidere

La sentenza di morte per il tunisino è stata emessa in poche ore dal clan egemone della zona, quella dei Mazzarella

Napoli, accusato di aver violentato un ragazzo: la camorra lo fa uccidere

Quella voce aveva fatto il giro del quartiere. "Il tunisino Abdelmadij Chafai ha violentato un ragazzino". In una delle zone più popolari di Napoli, nel rione tra piazza Mercato e Case Nuove, le mamme avevano avvertito i figli di stare lontani da quell'uomo. La convinzione popolare, nata da un racconto fatto da un ragazzino ai suoi genitori, è arrivata anche alla camorra.

La sentenza di morte per il tunisino è stata emessa in poche ore dal clan egemone della zona, quella dei Mazzarella. Dopo due anni di indagini è stato arrestato il killer incaricato di uccidere l'uomo. Si tratta di Salvatore Sembianza, 37enne con precedenti penali.

A ricostruire l'accaduto e permettere l'arresto di Sembianza è stato un altro killer del clan, diventato nel frattempo collaboratore di giustizia.

La ricostruzione

Il tunisino, nel giugno 2015, è stato attirato da Sembianza in un'abitazione del quartiere di Poggioreale e ucciso con due colpi di pistola alla testa.

Poi il cadavere è stato fatto a pezzi, chiuso in una busta e bruciato. I resti sono stati poi abbandonati in una discarica a San Pietro a Patierno. Sembianza è ritenuto responsabile di omicidio, porto e detenzione di arma da fuoco, distruzione e soppressione di cadavere.

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