Studenti napoletani escono da scuole e si trovano davanti ad una scena del crimine, la loro reazione è terribile: tirano fuori il cellulare e si scattano un "selfie".
Vincenzo Amendola era sparito da Napoli nel nulla il 5 febbraio scorso. I familiari e amici lo hanno cercato tutti i giorni con la speranza che si fosse soltanto allontanato. Ma dopo due settimane, la speranza ha lasciato posto alla disperazione: il suo corpo è stato trovato sotto mezzo metro di terra in una campagna vicino alle scuole. Secondo gli inquirenti, Vicenzo è stato ucciso da alcuni colpi di pistola alla testa. I carabinieri hanno fermato un ragazzo di 23 anni che ha piccoli precedenti penali, ma non c'è ancora niente di certo. Il movente dell'omicidio, infatti, è ancora poco chiaro, gli investigatori ipotizzano che dietro a questa tragedia ci sia un motivo passionale o una punizione decisa dalla camorra.
Ma quello che ha sconvolto l'opinione pubblica è la reazione degli studenti di fronte alla fossa. Non sono rimasti scossi per la scoperta del cadavere del giovane, ma con tutta tranquillità hanno subito pensato di scattare una foto da mandare agli amici e parenti.
Il direttore del carcere minorile Gianluca Guida, spiega a Repubblica, che il gesto degli studenti mostra come "i giovani si impossessino di un evento o di un luogo, ma lo fanno senza emozioni". "Non sentono dentro di loro i fatti, non entrano in empatia con le situazioni, sono impassibili" - ha spiegato Guida.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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