Cronache

A Napoli tutti piangono "l'angelo dei bambini" accoltellato a Milano

Mamme e papà distrutti dal dolore ricordano un medico davvero speciale

Stefano Ansaldi, ginecologo assassinato a Milano ieri pomeriggio
Stefano Ansaldi, ginecologo assassinato a Milano ieri pomeriggio

Stefano Ansaldi, 65 anni, ginecologo beneventano con studio a Napoli, è stato barbaramente assassinato a Milano verso le 18,30 di ieri, 19 dicembre 2020, probabilmente in seguito a un tentativo di rapina conclusosi con una coltellata alla gola sferrata dagli assassini al professionista, morto poco dopo sul luogo dell’aggressione, nei pressi della stazione ferroviaria centrale del capoluogo lombardo.

Ma da dove viene quest’omicidio così brutale? Quale mente noir poteva concepire una cronaca così nera da incupire ulteriormente un Natale già ingrigito e svuotato dal coronavirus? Nessuna, perché la realtà a volte brucia il mondo e supera ogni fantasia e immaginazione letteraria. È stato assassinato un medico, un ginecologo. Ha trovato la morte più turpe e solitaria Stefano Ansaldi, beneventano con studio medico a Napoli, in quella piazza Cavour esempio più compiuto di osmosi tra i vari ceti sociali che ha reso unico il tessuto della metropoli partenopea. Un uomo che con amore ha dato tante vite, non solo ai neonati che ha aiutato a venire al mondo, ma a tante donne e a tanti uomini che attraverso la sua passione e la sua dedizione hanno provato le gioie di una seconda esistenza da madri e da padri, l’unicum di essere genitori.

Proprio questo contrasto angoscioso e terribile tra il più bel trionfo della vita che nasce e la più oscura e ingiusta delle morti ha lasciato lo sgomento nei tantissimi che conoscevano il dottor Ansaldi, soprattutto napoletani e beneventani, e che hanno letteralmente inondato la rete con ricordi commoventi e strazianti.

La cantante napoletana Nancy Coppola ha pubblicato sul suo profilo facebook una foto del “professore”, come molti pazienti chiamavano Stefano Ansaldi, che parla da sola: il medico abbraccia la paziente con l’affetto che un padre dimostrerebbe a una figlia. “Come si può morire così?- scrive la Coppola. Un grande uomo, un grande professionista, il migliore. L’unico che mi ha saputo curare quando non riuscivo a restare incinta. Quando poi è nata Giulia l’ho abbracciato piangendo perché grazie a lui avevo avuto la mia bimba”. Oltre 500 commenti a corredo di questo post, di mamme e papà disperati, di semplici cittadini rimasti senza parole.

Lina F. scrive: “Ti ricorderò sempre dottor Ansaldi con quanto amore hai curato tutte le tue pazienti, incoraggiandole per ogni problema come hai fatto con me!”.

Ada E. ricorda così il medico: “Dottore con voi è morta una parte di me!!! Ogni volta che ci vedevamo mi rallegrava l’anima e mi alleggeriva la vita”.

Lidia P. ricorda: “Ho il cuore in mille pezzi, anch’io come tante mamme, non è stato facile avere la mia bambina. Grazie a questo angelo il mio sogno si è avverato. Io lo chiamavo l’angelo dei bambini”.

Titta A. pubblica una foto del medico in camice chirurgico che ha appena fatto nascere una nuova vita e lancia un flash-mob: “Mettiamo tutte questa foto come immagine del profilo per ricordarlo in questa giornata. Era un angelo in terra!”

La signora Marianna tra gli emoticon che piangono scrive: “Hai fatto nascere i miei 5 figli, un medico unico!”

Anita S. è smarrita: “A gennaio dovevo andare da lui e ora mi sento persa… non si può morire così!”.

Morena G. ricostruisce l’aria che si respirava nello studio del dottor Ansaldi: “Tutto era bello da voi, dottore, quella sicurezza e riservatezza che non tutti danno. Le porterò sempre nel cuore”.

Carmela L. descrive il dottor Ansaldi come un vero archivio vivente delle sue pazienti: “Dopo tre anni di crisi, grazie a lui ho avuto la fortuna e la gioia di diventare mamma per ben due volte, quando tutti gli altri medici mi avevano detto solo baggianate… lui si ricordava tutto delle sue pazienti anche a distanza di anni”.

Michela P. rende pubblico quel momento unico nella vita di una donna che è il parto: “Dopo averne passate tante voi mi avete seguita e non dimenticherò mai quando in sala operatoria avete preso il mio Giovanni. Le vostre lacrime insieme alle mie e abbiamo esclamato ‘eccolo, è proprio un bel bambino!’… non vi dimenticherò mai”.

Luigi A. esprime la sua paternità: “Mi ha dato la gioia di diventare padre, ho tre splendidi figli, non l’ho mai sentito a disagio. Un grande uomo e in grande dottore, st male”.

Da Benevento Antonio Campese, presidente della Camera di commercio del capoluogo sannita, scrive: “Uno shock l’uccisione del dottor Ansaldi, uomo carismatico, gentile. Incredibile morire così”.

L’attività della autorità di pubblica sicurezza ancora non ci consente di sapere con certezza in quali circostanze e da chi sia stato compiuto il brutale omicidio del dottor Ansaldi. Per la cultura ebraica chi uccide un essere umano uccide il mondo intero (concezione che si ritrova anche nel Corano). Chi ha ucciso il professor Stefano Ansaldi ha inferto un colpo mortale alle comunità di napoletani e di beneventani che lo conoscevano e lo stimavano. E alle mamme e ai papà che sono stati indirettamente feriti con assurda e bestiale violenza nelle loro identità di genitori.

Persone smarrite e distrutte da un dolore opprimente e senza un perchè: il loro “angelo dei bambini” è volato in cielo per sempre…

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