Cronache

Neanderthal, preziose scoperte a Setubal: dieta e abitudini evolute

Una dieta ricca di crostacei, molluschi e pesci: omega 3 e acidi grassi alla base dello sviluppo dei tessuti cerebrali. Probabile nascita di pensieri astratti, organizzazione e linguaggio tipico di una società più complessa e simile a quelle coeve dei Sapiens del Sudafrica

Neanderthal, preziose scoperte a Setubal: dieta e abitudini evolute

Preziose notizie sull'alimentazione e sui comportamenti e le abitudini dell'uomo di Neanderthal, queste alcune delle informazioni ricavate in seguito all'analisi dei dati di scavo effetuati all'interno della grotta di Figuera Brava, sita nelle vicinanze di Lisbona (Portogallo).

Una ricerca celebrata dalla rivista "Science" e che porta alla ribalta le scoperte effettuate nella cavità che si affaccia sul mare da parte di un team di archeologi coordinato dal dottor João Zilhão con la preziosa collaborazione del professor Diego Angelucci, dell'Università degli studi di Trento.

Un'occupazione del sito che risale almeno a 100mila anni fa e che ha permesso oggi di ricavare dei dati di grande importanza per lo studio del Neanderthal, della sua dieta e delle sue chiare abilità nella realizzazione di strumenti litici da impiegare nella vita quotidiana. Complessivamente, le fasi di utilizzo riferibili agli ominidi in questione abbracciano un arco cronologico compreso tra i 106mila e gli 86mila anni fa, quindi in piena fase interglaciale. Le indagini sono ovviamente partite dalla individuazione e dalla precisa ricostruzione delle sequenze stratigrafiche delle varie fasi di occupazione della cavità. Grazie ad esse è stato quindi possibile attribuire con certezza quanti e quali elementi possano attribuirsi alle fasi preistoriche riferibili ai nostri antenati neanderthaliani. Per avere poi un quadro più completo del contesto nel quale gli ominidi si muovevano nel promontorio su cui la grotta si apre, le indagini sono state condotte anche all'esterno: un'attività di raccolta e di analisi dei sedimenti realizzata tramite la tecnica della micromorfologia archeologica.

Della sequenza stratigrafica si è occupato in particolare proprio il professor Angelucci. "Lo scavo ha permesso di recuperare una grande quantità di resti archeologici relativi all’occupazione della grotta da parte dei neandertaliani: strumenti in pietra scheggiata (selce e quarzo), resti di pasto, residui dell’uso del fuoco (carboni e cenere). Tra i resti di pasto, la sorpresa è rappresentata dall’abbondante presenza di resti di pesce, molluschi e crostacei, che dimostrano l’utilizzo sistematico di risorse di origine marina", racconta su AdnKronos.

C'è da considerare il fatto che la linea di costa si sia modificata di parecchio rispetto all'epoca dell'occupazione neanderthaliana. Oggi Figuera Brava si affaccia sul mare, allora invece c'era una distanza stimata di circa 750 metri-2 chilometri.

La grande abbondanza, tuttavia, proprio di resti di pasto legati ad un'alimentazione che faceva affidamento sulle risorse marine della zona testimonia la grande familiarità del Neanderthal con questo elemento. Abbondanti molluschi, tra cui vongole, patelle e cozze, ma anche crostacei, pesci (si trovano resti di squali, orate, cefali), mammiferi marini come foche e delfini e uccelli acquatici (cormorani, sule, garzette, oche selvatiche). Una dieta completa e complessa, a cui si aggiungono, ovviamente, anche animali terrestri predati dai cacciatori, come cervi, cavalli, stambecchi o tartarughe terrestri.

Ma è soprattutto l'inserimento sistematico di pesce, molluschi e crostacei nella dieta dei Neanderthal ad attirare l'interesse tra gli studiosi, essendo documentato per insediamenti coevi a quello di Figuera Brava ma con protagonisti i Sapiens Sapiens delle coste del Sudafrica. L'inserimento di una dieta ricca di Omega 3 ha portato alcuni ad attribuire anche a questa sostanza e ad altre tipologie di acidi grassi lo sviluppo cerebrale delle popolazioni sudafricane, a cui ha fatto seguito anche la produzione o l'utilizzo di elementi artefatti capaci di documentare la nascita della simbologia e di concetti astratti. Riprova di questo potrebbero essere le abitudini, ad esempio, di decorare il proprio corpo con coloranti naturali o con monili di vario genere, anche semplici ossa o conchiglie forate da infilare in una primordiale collana. Concetti astratti, quindi, legati alla simbologia e dunque anche probabilmente alla capacità di articolare un linguaggio, elementi un tempo preclusi ai Neanderthal dagli studiosi perchè connessi a società complesse di cui non si aveva avuta prova.

"I dati di Figueira Brava aggiungono un ulteriore contributo al dibattito in corso e alla rivalutazione del modo di vita dei neandertaliani. Se è vero che il consumo abituale di alimenti di origine marina ha giocato un ruolo determinante nello sviluppo delle capacità cognitive dei nostri antenati, bisogna quindi riconoscere che questo processo avrà riguardato l’intera umanità e non esclusivamente una popolazione limitata dell’Africa australe che si è poi espansa fuori dal continente africano. Nuovamente, i dati si indirizzano a dimostrare che i neandertaliani, pur ‘arcaici’ nei loro tratti fisici, possedevano comportamenti del tutto simili ai cosiddetti ‘moderni’ del continente africano, le persone con cui entreranno in contatto al momento dell’espansione dei sapiens in Europa, intorno a 40mila anni fa.", aggiunge ancora Angelucci.

La familiarità con l'ambiente marino e la stessa fauna, questo emerge dai dati di Figuera Brava, così come il fatto che i neanderthaliani non fossero legati esclusivamente ad ambienti freddi o glaciali, trattandosi di un insediamento relativo ad una fase interglaciale, dunque connessa ad un clima mite.

Strumenti ed utensili in pietra scheggiata, elementi di decorazione, addirittura resti di fiori accanto ad un defunto, tutti elementi emersi negli ultimi anni che ricollocano l'uomo di Neanderthal ad un livello evolutivo e culturale ben superiore a quello in cui era stato per anni relegato dagli studiosi.

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