Cronache

"Lo trattavano come bancomat": così la baby gang tormentava il pensionato

Il fatto è accaduto in provincia di Taranto, a Sava. Il capo della procura dei minori: "C'è una crisi dei valori"

"Lo trattavano come bancomat": così la baby gang tormentava il pensionato

Un caso che richiama alla memoria la drammatica vicenda di Antonio Stano, l'uomo morto a Manduria, vittima del bullismo, qualche mese fa. Questa volta il fatto è accaduto a Sava, un Comune non lontano e ciò rende ancor più preoccupante il quadro, facendo emergere un certo disagio sociale sul versante orientale della provincia di Taranto.

Venti misure cautelari sono state emesse dai gip del tribunale di Taranto e dal tribunale dei minori su richiesta della procura della Repubblica di Taranto a carico di dodici maggiorenni e otto minorenni, tutti originari del centro pugliese.

L'operazione, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Taranto, è stata denominata "Bad Boys". Ancora una volta siamo di fronte a episodi criminosi che vedono come protagonisti giovanissimi. I reati contestati alle persone arrestate sono: estorsione continuata in concorso, furto aggravato, rapina, detenzione e porto illegale di arma da sparo ed atti persecutori. Cinque dei maggiorenni sono finiti in carcere, cinque agli arresti domiciliari. Dei minori, invece, tre sono stati trasferiti presso gli istituti di pena minorile e cinque sono stati collocati in alcune comunità di recupero.

La vittima, ancora una volta, è un pensionato di 61 anni con disagi psichici. E proprio per questo era stato preso di mira non da un gruppo ben preciso, come nel caso di Manduria, ma da più persone che ogni mese bussavano alla sua porta per chiedere soldi. Sempre dopo che l'uomo ritirava l'esigua pensione d'invalidità di 500 euro. In tutto, durante l'arco del mese, gli veniva “sottratta” una cifra aggirantesi tra i 50 e i 100 euro.
Le indagini sono nate per caso, in seguito ad un incendio scoppiato nell'abitazione della vittima, l'8 giugno scorso. Il rogo si era diffuso dal camino mentre l'uomo dava alle fiamme alcuni documenti.

Nel corso del sopralluogo i militari hanno notato nella casa del 61enne l'insolita presenza di consistenti cumuli di rifiuti cartacei e di plastica che raccoglieva presso altre abitazioni in giro per il paese e che smaltiva conferendoli all'isola ecologica di Sava. L'attività veniva svolta dall'uomo per il semplice fatto di voler integrare la sua pensione da invalido civile, anche per far fronte alle continue richieste estorsive di una una banda di giovani del luogo. Gli stessi, dal 2012, effettuavano delle vere e proprie incursioni presso il domicilio dell'uomo cercando di estorcere dalle 5 alle 20 euro per volta o oggetti di valore dietro la minaccia di dare alle fiamme la sua abitazione o il motocarro con cui l'uomo raccoglieva il ferro vecchio o i rifiuti girando lungo tutto il paese.

A testimoniare gli atti persecutori anche i vicini di casa del 61enne che, però, lo hanno sempre lasciato solo e non hanno mai denunciato in precedenza, prima cioè che scattassero le attività investigativa in seguito all'incendio. In un caso, stando alle dichiarazioni dell'uomo, la banda lo avrebbe minacciato anche con una pistola.

Quella delle baby gang (anche se in questo caso, come detto, sarebbero coinvolti anche dei maggiorenni) è " una piaga sociale in continua espansione" come ha dichiarato alla stampa il procuratore capo della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo. "C'è una crisi di valori" ha aggiunto Ida Montanaro, il capo della procura dei minorenni.

Già dopo i fatti di Manduria, il prefetto di Taranto aveva chiesto un tavolo di coordinamento con tutte le figure educative a livello nazionale, essendo, quello delle baby gang, un fenomeno in preoccupante crescita.

Secondo i procuratori, importante è l'educazione impartita dai genitori, ma a questo punto è necessario un decisivo intervento istituzionale.

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