Cronache

"Nell'ufficio il tesoro di Corona". Il pm chiede condanna a 5 anni

La requisitoria del pm contro Corona nei guai per 1,7 milioni trovati nel controsoffitto della Persi e altri 800mila in due cassette di sicurezza in Austria

"Nell'ufficio il tesoro di Corona". Il pm chiede condanna a 5 anni

Condannate Fabrizio Corona a cinque anni di carcere. Al termine della sua requisitoria il pubblico ministero Alessandra Dolci ha chiesto al tribunale di Milano di dichiarare il "re dei paparazzi" colpevole di sottrazione fraudolenta di beni al fisco e di attribuzione fittizia di beni per i soldi (oltre un milione e settecentomila euro) che vennero trovati nel settembre scorso nel controsoffitto della abitazione di Francesca Persi, la sua più stretta collaboratrice, e in due cassette di sicurezza in Austria (altri ottocentomila).

Corona - ha ricordato il pm - in origine aveva spiegato che sia i soldi nel controsoffitto che quelli in Austria erano i soldi incassati in nero dalla sua società, la Atena, poi aveva modificato ripetutamente la sua versione. Alla fine, come è noto, ha spiegato che erano gli incassi in contanti delle sue comparsate ad eventi di ogni genere in giro per l Italia, realizzati nel corso tra il 2008 e il 2012, un tesoretto messo da parte per quando sarebbe uscito dal carcere dopo avere scontato le pene per l'inchiesta Vallettopoli.

Il PM ha ricordato come quello di evadere le tasse sia un vecchio vizio di Corona, cui in passato sono stati sequestrati altri milioni di euro in contanti: e quelli nelle cassette svizzere sono sicuramente soldi provenienti dagli incassi in nero di Atena, la società di Corona. Il precipitoso spostamento dall'Italia all'Austria dei quattrini sarebbe stato determinato, secondo il PM, da un articolo della blogger Selvaggia Lucarelli che indicava la Persi come "cassaforte" di Corona, scatenando nel suo capo la paura di un intervento della Guardia di finanza. I soldi sono frutto di una appropriazione indebita commessa da Corona ai danni delle sue società, e per questo la Dolci ha annunciato l'apertura di una nuova inchiesta.

Diverso il discorso per i soldi trovati nel controsoffitto, quasi tutte (1 milione e 400mila euro) in biglietti da 500 euro: "Questo rende inverosimile che vengano dai clienti di Corona, piccoli imprenditori di locali di provincia che non hanno certo disponibilità di pacchetti in simili tagli ". Aggiunge il PM: "Può essere di tutto, può essere il nero di Fenice (la vecchia società di Corona) può essere il provento dei vecchi reati commessi da Corona. È il tesoro di Corona, al riparo dagli accertamenti bancari della autorità giudiziaria". Fuori dalla requisitoria e dal processo resta lo scenario più inquietante aleggiato sulla vicenda, quello di soldi arrivati a Corona per conto di ambienti malavitosi: evocato anche dalla tentata estorsione che, secondo un Pirlo filone di indagine ricordato in aula dal PM, venne commessa dal calciatore Giuseppe Sculli, nipote di un boss della Ndrangheta.

Corona - assai nervoso fin dall'inizio dell'udienza, al punto da costringere il giudice Guido Salvini ad espellerlo brevemente - ha ascoltato la requisitoria del PM accanto ai suoi avvocati, che prenderanno la parola nel corso della prossima udienza. Sbuffa, interrompe, fa smorfie, brontola. In caso di condanna, oltre alla nuova pena Corona subirà la revoca definitiva dell'affidamento in prova ai servizi sociali, che gli aveva permesso di lasciare il carcere nel 2015 e che era stato sospeso dopo la scoperta dei soldi nel controsoffitto.

E la fine della carcerazione a quel punto si allontanerebbe a perdita d'occhio.

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