Neonata morta in Sicilia. La clinica: "Falso che non ci fossero cannule"

Sdegno per la morte della piccola, in ambulanza, alla ricerca disperata di un posto in ospedale

Neonata morta in Sicilia. La clinica: "Falso che non ci fossero cannule"

Non si placa lo sdegno dopo la morte della neonata, in Sicilia, respinta da tre ospedali pieni. Una vera e propria vergogna nazionale. I genitori della piccola hanno visto trasformarsi, nel giro di poche ore, una grandissima gioia in un dolore indicibile. Il loro dramma ha avuto inizio poco dopo il taglio del cordone ombelicale, con la piccola che non riusciva a respire perché, probabilmente, aveva del liquido (amniotico) nei polmoni. Il drammatico racconto del padre, Andrea di Pietro, al Corriere : "La bambina, dopo il primo vagito, non rispondeva, affannata, come non respirasse. Che ci fosse una crisi respiratoria si è capito subito. I medici dicevano che forse la bimba aveva ingoiato liquido amniotico. E io a scongiurarli di toglierglielo dai polmoni. Ci vuole una cannula, diceva uno. E l’altro la cercava senza trovarla". Ovviamente toccherà alla magistratura accertare i fatti e individuare i responsabili di ciò che è accaduto. I genitori (e non solo loro) chiedono giustizia. Lo sdegno è forte: "Hanno permesso che per una cannuccia morisse mia figlia. Che cos’è? - si chiede il padre disperato -. Negligenza, malasanità, strafottenza? Date una risposta. Che diano una risposta assessori e magistrati. E che la diano anche su questi tre ospedali di Catania dove non si trova posto per un’emergenza, per salvare una vita". Nata in una clinica privata di Catania (la "Casa di cura Gibiino"), ha avuto subito problemi respiratori. Resisi conto che era più grave del previsto i medici hanno deciso di portarla in ospedale, ma non c'erano posti disponibili. La bambina è morta nel tragitto, in ambulanza, da Catania a Ragusa.

Intanto su Facebook la mamma della bambina non riesce a trattenere il proprio dolore. Ecco cosa scrive Tania Laura Egitto: "La nostra bambina non c’è più e non per cause naturali ma per un errore umano". Poi si sfoga così: "Non mi hanno permesso di vederla".

Crocetta difende la sua sanità

Ieri ha promesso pugno duro contro i resposabili. Oggi, in un'intervista a La Stampa, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta spezza una lancia a favore dei tre ospedali catanesi: "Sono tra i più efficienti non solo della Sicilia, ma di tutto il Sud Italia. Bisognerà entrare nel merito delle decisioni del personale medico, che sicuramente ha fatto degli errori di valutazione". Ma chi ha la responsabilità maggiore? "Il peso della decisione della clinica - risponde - non è stato indifferente. Alle tre del mattino, due ore dopo i primi problemi respiratori della piccola, il personale ha deciso di portarla in un ospedale che si trova a oltre 100 chilometri di distanza. Avrebbe invece potuto accompagnarla direttamente al pronto soccorso di uno degli ospedali, dove non avrebbero rifiutato la paziente. Ciò non toglie che anche il personale dei tre nosocomi etnei possa avere avuto delle responsabilità. È possibile che non ci fossero pazienti meno gravi in quel momento?". Alla famiglia assicura che "non vogliamo fare dei processi sommari, ma chi dovesse avere responsabilità verrà cacciato immediatamente, al resto penseranno le procure di Catania e di Ragusa. Non lasceremo che la cosa cada nel dimenticatoio. Lo faremo per giustizia, ma soprattutto per precauzione". Ma Crocetta insiste su un altro punto: anche per le cliniche private deve essere obbligatorio, come già funziona per il pubblico, avere la rianimazione neonatale: "Chi vuol svolgere questa attività deve avere una struttura di rianimazione per evitare che accadano fatti incresciosi come quello di Catania".

L'inchiesta

Ci sono già alcuni indagati nell'inchiesta per la morte di Nicole. Atti "necessari", secondo quanto ha detto il procuratore di Catania, Giovanni Salvi, che ha anche parlato di un "caso complesso", per cui ci vorrà tempo.

La casa di cura: usati sondini e cannule

"La casa di cura - si legge in una nota della Gibiino di Catania - respinge fermamente ogni illazione e congettura che in queste ore viene diffusa nei confronti del proprio operato. La struttura opera da oltre mezzo secolo ed è accreditata con il Servizio sanitario e pertanto sottoposta a continui e ristretti controlli da parte delle autorità sanitarie competenti. La struttura - si sottolinea - è in possesso delle cannule e dei sondini per aspirazione neonatale, e immediatamente dopo la nascita tutte le pratiche di aspirazione sono state eseguite correttamente sulla piccola Nicole che poi è stata intubata e trasferita all’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa".

E ancora: Come certamente emergerà dagli esami autoptici il decesso della piccola è stato causato da altri fattori che esulano dall’attività posta in essere dai medici della Struttura che hanno fatto di tutto per salvare la vita della neonata".

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