Cronache

No, Palermo non è una città omofoba

La città fa i conti con l'aggressione brutale a una coppia di omossessuali che ha bollato l'intero capoluogo come "omofobo". Ma la realtà è un'altra

No, Palermo non è una città omofoba

Pestati per strada. Una notte in pronto soccorso e 25 giorni di prognosi. È questo il destino toccato ad una coppia omosessuale di Torino arrivata a Palermo per trascorrere il weekend. L'aggressione vigliacca è scattata nei pressi di via dell'Università, nella parte bassa di via Maqueda pedonalizzata. La coppia è stata accerchiata e colpita anche con bottiglie di vetro da una baby gang che si è poi dileguata con l'arrivo degli amici delle vittime. Fin qui i fatti. Orribili. Ma chi stava vicino alle vittime, forse scosso per quanto accaduto, ha forse generalizzato su un'intera città il concetto di "omofobia". Palermo è stata bollata come città omofoba per intero. A costruire questa narrazione del tutto lontana dalla realtà è stata in prima battuta un'amica della coppia che ha affermato a Repubblica Palermo: "Da quando hanno messo piede in città - dice un'amica della coppia - sono stati minacciati per strada almeno tre volte. Palermo, al contrario delle aspettative, si rivela una città omofoba". Poi una delle due vittime ha affermato: "Pensare che c'era tanta gente per strada che poi non ha fatto nulla né per allontanare quei ragazzi, né per soccorrerci è la dimostrazione che Palermo è una città omofoba. Perché tutto questo è successo per come appaio e perché stavo avendo atteggiamenti affettuosi nei confronti di un altro uomo". Precisiamo subito che per i vigliacchi che non hanno fatto nulla per aiutare le due vittime c'è solo da provare vergogna. Ma va chiarito un aspetto: no, Palermo non è una città omofoba.

Chi scrive è palermitano e conosce bene il Dna della città. Una città aperta, una città mediterranea che ha sempre rappresentato un caleidoscopio di culture. "Tutto porto", dal greco "Pan Hòrmos ". Una città che spalanca le porte a chiunque arrivi. Ma per rendere bene l'idea di quanto il capoluogo siciliano sia impegnato in prima linea sul fronte dei diritti del mondo Lgbti, Palermo è stata insignita del titolo "Città arcobaleno" con l'adesione al network internazionale "Rainbow Cities Network (RCN), la rete che unisce le città del mondo che lottano per il superamento delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere e sulla tutela e promozione dei "Diritti Fondamentali della cittadinanza LGBTI". Inoltre la Sicilia ha avuto un presidente di Regione omosessuale e, al di là del giudizio politico che si possa dare sulla sua gestione (disastrosa), va sottolineato che Rosario Crocetta è stato eletto dai siciliani.

Va anche ricordato che nella Torino da cui provengono i due turisti si sono registrati diverse aggressioni omofobe. L'ultima lo scorso 10 aprile quando un ragazzo è stato pestato da 5 persone. Basta questo per definire Torino città omofoba? Credo di no.

Ed è per questo che va riaffermata la verità dei fatti perché Palermo porgerà le scuse per il brutale pestaggio ai due poveri turisti, ma non ci sta a passare per una città che chiude le porte a chi arriva per godersi "la terra dove fioriscono i limoni".

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