Coronavirus

Non c'è solo il Covid, il mistero dei 30mila morti

L'intasamento delle strutture sanitarie, a causa del Covid, ha portato a trascurare i malati cronici o di altre patologie. Delle 85mila persone decedute in più quest'anno, di ben 30mila non si conoscono le cause

Non c'è solo il Covid, il mistero dei 30mila morti

Mentre il Covid, grazie alla campagna vaccinale, sembra regredire, l'Italia ben presto si troverà a dover fare i conti sugli effetti di una pandemia che il precedente governo non è stato in grado di gestire.

Il nostro Paese è quello che, per primo in Occidente, ha adottato il lockdown e attuato maggiormente un approccio 'chiusurista' eppure è il terzo al mondo per indice di letalità da Coronavirus. Cosa vuol dire? Significa che, da noi, il rapporto tra morti per Covid e il numero di casi positivi diagnosticati è di 4 ogni cento contagi, mentre in Iran è di 5 ogni 100 e in Messico di 10 ogni 100. Eppure l’emergenza sanitaria legata a Covid-19 ha assorbito quasi completamente le energie e le attenzioni di chi si occupa di salute pubblica, trascurando i malati di altre patologie. È quanto risulta da uno studio condotto da Letizia Giorgianni per l’Ufficio Studi di Fratelli d'Italia e che ilGiornale.it ha potuto visionare in esclusiva. In questo report si ricorda che l'anno scorso, secondo l'Istat, c’è stato un aumento di 85.624 decessi, ma di questi, stando a quanto scrive il Corriere, solo 55.576 sarebbero causati dal coronavirus. Ora, è lecito chiedersi se questi 30mila morti sono malati di Covid che non sono stati scoperti per colpa delle criticità della fase di tracciamento dei contagi oppure se persone malate di altre patologie sono decedute perché non sono state adeguatamente curate.

Secondo tale ricerca, se in un determinato territorio, vi è stata una bassa quota di contagiati sul totale dei morti in eccesso “può voler dire che i malati di altre patologie non sono stati più curati e salvati come prima”. In sintesi, in quest'ultimo anno il sistema sanitario pare aver trascurato le persone affette da tumori o da patologie cardiache. Un timore che trova riscontro nei dati di Agenas (l'Agenzia sanitaria nazionale delle Regioni) secondo cui nei primi sei mesi del 2020 ci sono stati un milioni di ricoveri in meno rispetto al 2019. Una cifra che, secondo un report dell'Università Cattolica che ha calcolato quanti ricoveri ospedalieri non Covid sono stati rinviati o non effettuati, corrisponde al 28% del totale. Secondo Federsanità, invece, anche nei mesi del 2020 in cui le terapie intensive si erano svuotate, c'è stata una riduzione delle prestazioni ambulatoriali che va dal 10% al 28%.

Dati alquanto preoccupanti se si considera che, analizzando le tabelle Istat sulla mortalità, si scopre che la prima causa di morte in Italia sono le malattie cardiovascolari di cui muoiono ogni anno più di 230mila persone. Non solo. Secondo uno studio condotto dalla Società Italiana di Cardiologia (SIC), in Italia la mortalità per infarto, nel 2020 è triplicata, passando dal 4,1% al 13,7%. Secondo Ciro Indolfi, ordinario di Cardiologia Università Magna Graecia di Catanzaro, se non verrà ripristinata la rete cardiologica avremo più morti per infarto che per Covid. "L’organizzazione degli Ospedali e del 118 in questa fase è stata dedicata quasi esclusivamente al Covid-19 e molti reparti cardiologici sono stati utilizzati per i malati infettivi”, spiega l'esperto che aggiunge: “Inoltre, per timore del contagio i pazienti ritardano l’accesso al pronto soccorso e arrivano in ospedale in condizioni sempre più gravi, spesso con complicazioni aritmiche o funzionali, che rendono molto meno efficaci le terapie che hanno dimostrato di essere salvavita come l’angioplastica primaria".


In seconda posizione, tra le cause di mortalità si trovano i tumori di cui sono deceduti 180mila persone e, anche in questo caso, c'è stata una notevole trascuratezza del sistema sanitario nazionale. Secondo un'inchiesta di Repubblica, infatti, nel 2020 gli interventi alla mammella hanno subito una riduzione del 22%, quelli alla prostata del 24%, alla tiroide del 31% e, infine, del 32% per il colon. Ma non solo. Secondo la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia “nel 2020 in Italia hanno subito un rinvio il 99% degli interventi per tumore alla mammella, il 99,5% di quelli alla prostata, il 74,4% delle operazioni al colon retto”, si legge nello studio che abbiamo potuto visionare.


Come se non bastasse, la pandemia ha prodotto un effetto infodemia, ossia una iper-diffusione di notizie sul covid che ha avuto come risultato quello di spaventare gli italiani. Il 55%, secondo un sondaggio di Incisive Health, ha avuto paura di andare al pronto soccorso e in ospedale per il rischio di contrarre il coronavirus, mentre il 45% ha evitato di farsi visitare da un medico specialista in ospedale.

I ricoveri urgenti sono perciò calati bruscamente, ma vi è un mistero sulle 30mila persone decedute non per il Covid.

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