Non difendetemi sempre

Tra le frasi di circostanza che intendono testimoniare una forte amicizia, ce n'è una che mi appare particolarmente irritante: «Ti difendo sempre». Non nego di essermi, più di altri, esposto a critiche per posizioni e comportamenti; ma ho anche testimonianza quotidiana di attenzione e condivisione per quello che dico, sia nel mio ambito professionale sia in quello, più scivoloso, della politica. Che, peraltro, stabilisce avversari se non nemici. Ma anche fra questi ho spesso trovato comprensioni e corrispondenze. Chi ti dice «ti difendo sempre», ti induce a pensare a una cospirazione di persone che ti vogliono isolare, o ti considerano eccentrico e discutibile. Non che non me lo aspetti, ma mi pare di avere fatto scelte e detto cose più apprezzabili che discusse. Anche ieri sera una ragazza, che ha chiesto la mia attenzione sulla sua attività artistica, ha sentito l'urgenza di farsi riconoscere per la sua nobiltà d'animo: «Poi quando diventerò famosa tuo malgrado io continuerò a difenderti a differenza tua, io sento ancora non sono una tra tanti. Tu hai visto ma non vuoi riconoscere». Qui la posizione è evidente, una manifestazione di superiorità morale rispetto alla mia indisponibilità.

In altri casi, una generosità non richiesta, gratuita ma, contemporaneamente, un avviso: «Di me ti puoi fidare, io ti capisco, io ti comprendo, non tutti sono come me». Io preferisco non saperlo. Non voglio essere difeso, mi difendo da solo.

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