Cronache

"Non fatelo vedere ai bimbi". Scatta l'allarme sul pupazzo pubblicizzato dagli YouTuber

Huggy Wuggy è il pupazzo del web che sta spopolando tra i bambini. L'allarme della Polizia Postale: "Non fate vedere quell'orsacchiotto ai vostri figli. Può causare problemi"

"Non fatelo vedere ai bimbi". Scatta l'allarme sul pupazzo pubblicizzato dagli YouTuber

Un pupazzo blu, con i denti aguzzi, che vuole stritolare i bambini "fino all'ultimo respiro". È Huggy Wuggy, il peluche ispirato al personaggio del videogioco Poppy Playtime rilanciato sul web da moltissimi youtuber e creatori di contenuti per i più piccini. Secondo gli psicologi inglesi può "rendere ingestibile la paura del buio nei bambini". In Italia, il fenomeno è monitorato dalla Polizia Postale: "Sappiamo però che è molto diffuso e che ci sono arrivate numerose segnalazioni", spiega a Repubblica.it il capo dei cyber poliziotti, Ivano Gabrielli.

Il pupazzo che "spaventa i bambini"

Huggy Wuggy è il personaggio principale di un videogioco horror destinato ai ragazzini di età superiore ai 13 anni. Le sembianze da buffo "mostriciattolo", colorato e dall'apparenza innocua, hanno favorito la diffusione dei contenuti in Rete. Al punto che ne è nato un pupazzo amatissimo dai bambini della scuola materna. Per non parlare dell'inquietante canzoncina che, ormai, risuona a destra e a manca sui social: "Potrei abbracciarti per sempre, finché non espiri il tuo ultimo respiro insieme" e "Sarò lì presto, affonderò i denti e sarai consumato", recitano alcuni versi del testo di "Free Hugs".

La diffusione del fenomeno

Il fenomeno, già noto da molti anni, ha cominciato a dilagare sul web durante la pandemia. "È un fenomeno noto da anni, in crescita soprattutto durante il lockdown e il periodo pandemico. E il fatto che nonostante la ripresa della socialità alcuni bambini siano ancora assuefatti così dagli schermi è preoccupante", spiega Ettore Battelli della Clinica legale in diritto dei minori dell'università RomaTre. Le famiglie dell'Associazione Genima-Genitori hanno immediatamente lanciato l'allarme. "Ci sono famiglie meno attente che hanno comprato il pupazzo ai figli senza che questi avessero mai giocato al videogame", spiega a Repubblica.it Alessia Arena, vicepresidente dell'associazione. Un altro genitore punta il dito contro i creatori di alcuni contenuti sulla piattaforma YouTube: "Ora i bambini sono tutti in fissa per il pupazzo perché viene pubblicizzato dagli YouTuber".

L'analisi della psicologa

Nel Regno Unito è già scattata l'allerta. Secondo gli psicologi d'Oltremanica, il peluche può rendere ingestibile la paura del buio nei bambini. "È un pupazzo che ha un'apparenza innocua, quella di un pelouche morbido, ma nasconde una natura invece malvagia, e quindi la grande bocca con i denti aguzzi e anche un temperamento aggressivo. Questa diffusione può ingenerare paure e consentire agli adulti di manipolare i più piccoli", spiega psicologa e perito della Polizia Postale Cristina Bonucchi. A detta dell'esperta "Ci sono paure che sono fisiologiche, penso soprattutto alla paura del buio - continua la dottoressa - Ma se vengono stimolate da fenomeni come questo il rischio è di avere dei bambini molto spaventati per qualcosa che in realtà è fondamentalmente un prodotto creato per un'attività ludica rivolta a fasce di età più mature. Potrebbe essere difficile gestire la paura del buio che si trasforma in paura di Huggy Wuggy perché tutti parlano di Huggy Wuggy. Se non ben gestita può diventare anche qualcosa di più preoccupante".

L'allarme della Polizia Postale

La Polizia Postale vigila l'evoluzione del fenomeno già da alcuni mesi. "Non possiamo porre il tema del contrasto, ma quello dell'attenzione - chiarisce il capo della Postale, Ivano Gabrielli - bisogna adoperarsi, magari navigare insieme ai figli per capire cosa guardano i ragazzi in rete, che momenti di condivisione hanno con altri ragazzi, quali sono gli argomenti che visualizzano e accompagnarli". Nessun allarmismo, dunque, ma maggiore attenzione da parte dei genitori ai contenuti web da mostrare ai propri figli. "È una competenza che il genitore medio deve sviluppare, provenendo da generazioni nelle quali la diffusione di nuove tecnologie non era paragonabile da quella che c'è attualmente, quindi è veramente uno sforzo complesso da affrontare come genitori.

- conclude Gabrielli - Ma è necessario, perché il primo baluardo di protezione dei bambini e dei ragazzi è la famiglia nella quale si ragiona su cosa c'è di pericoloso e sulla natura delle cose".

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