Sta facendo clamore lo scambio di messaggi avvenuto sui social tra un ufficio stampa editoriale e una blogger amatoriale. Sono tanti i lettori per passione che entrano in contatto con le case editrici, soprattutto le piccole e indipendenti, e che ricevono copia gratuita dei libri per poi recensirli nei loro profili social. Si tratta per lo più di account con un seguito non elevato, che raggiungono però una buona cerchia di utenti, tra i quali i titoli di un determinato tipo vanno per la maggiore. In quest'occasione, però, la blogger per passione non ha lasciato una recensione positiva del libro, scatenando le ire dell'ufficio stampa.
Daisy, questo il nome dell'utente, ha ricevuto la copia del libro che si impegna a recensire in un secondo momento. Lo legge e lascia la sua opinione, viziata dal fatto che il libro non è riuscita a finirlo per motivi che spiega nella sua recensione. "La cosa che non ho molto apprezzato è il modo di trattare l'argomento. È come se si volesse gridare a un sistema corrotto, ma portando a favore tesi un po' tirate", si legge nella sua lunga e argomentata recesione. In libro in questione si concentra sui casi di minori che vengono allontanati dalle loro famiglie senza che ci sia un reale motivo per una simile misura estrema.
Una ragazza riceve un libro, ma non le piace e scrive sulla sua pagina instagram che tratta di un tema molto importante, ma non le è piaciuto lo stile.
— Roberta (@Pinocchionline) July 4, 2020
La casa editrice la insulta.
Spero che nessuno compri più da questi MISOGINI
Vi lascio tutto, giudicate voi stessi pic.twitter.com/fEq5I7J6hF
La recensione è negativa e l'ufficio stampa che aveva instaurato la collaborazione con la blogger si risente di non aver ricevuto un feedback positivo. "Blog minuscoli che credono di essere la Rai", si legge in una foto pubblicata sul loro profilo Instagram, a corredo una didascalia ancora più esplicita: "Ridicola, fascita e permalosa. Tipica sindrome da troppe ragnatele nella fica accumulate". Il messaggio non è passato inosservato e si è scatenata la guerrilla social contro l'ufficio stampa, accusato di accuse sessiste nei confronti di una blogger che, nella sua recensione, aveva espresso la sua opinione personale.
Lo scambio di opinioni, con toni molto accesi da parte dell'ufficio stampa, ha attirato l'attenzione di numerosi altri booklovers, che hanno condannato senza appello l'atteggiamento assunto dai gestori dei social. "Addio ai blog inutili, addio", si legge in uno degli ultimi messaggi. La ragazza artefice della recensione ha un profilo Instagram con ben 8mila seguaci, contro i 4mila dell'ufficio stampa. Ma in questi casi non è il numero dei follower a creare il caso, bensì la portata del messaggio, che si è rapidamente diffuso. Visto lo tsunami mediatico, il profilo dell'ufficio stampa ha voluto replicare: "Lo staff ringrazia sentitamente tutti i giornalisti seri, scrittori e amici che stanno mandando numerosi messaggi di amicizia da ogni zona d'Italia. Facciamo parlare i fatti non un momento di rabbia (probabilmente sbagliato) in risposta a un post fascista, di una blogger hobbista di poco conto, che non è nemmeno una giornalista professionista e che distrugge autori di cui non ha nemmeno ultimato la lettura per sua ammissione".
Queste parole, se possibile, hanno inasprito la polemica, tanto che l'ufficio stampa è dovuto correre ai ripari una seconda volta. In un lungo post, previa disattivazione dei commenti, ha spiegato che lo staff è composto da 37 collaboratori e che l'artefice di tutto è stato uno di questi. "Uno dei nostri collaboratori, l'autore del post sessista che ieri ha fatto tanto scalpore, purtroppo sta vivendo una fortissima situazione di stress personale in seguito alla perdita del figlio avvenuta la scorsa settimana. Recensire un libro senza averne ultimato la lettura è un gesto molto poco professionale ma la reazione del nostro collaboratore è stata a dir poco esagerata e cafona. Ci scusiamo enormemente con tutte le donne che si sono sentite offese da quel post", si legge nel messaggio condiviso. Quelli precedenti sono stati rimossi.
Su Facebook, nel seguitissimo profilo del Signor Distruggere, si insinua il dubbio che in realtà le foto dei collaboratori siano dei fake o, meglio, che siano foto di persone reali ma in nessun modo collegate all'ufficio stampa in questione. Per esempio, la foto di tal Alessandro Roversi, che risulta essere responsabile marketing della casa editrice, risulta invece essere di Luigi Formato, medico.
Davide Rossi, che nel sito dell'ufficio stampa appare come "Promoter televisivo di lunga data", avrebbe le sembianze di Michele Antoniazzi, chief human resourcer officer in Ferrari. Inoltre, dopo le polemiche sono state diverse le case editrici che si sono dissociate da questo ufficio stampa, asserendo di non aver mai stretto collaborazioni con questa realtà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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