"Il nostro amore non è l'eccezione. Nei conventi ci sono tante storie clandestine"

Suor Federica e suor Isabel si sono sposate il 28 settembre scorso. E ora, per la prima volta, hanno deciso di parlare del loro amore in pubblico

"Il nostro amore non è l'eccezione. Nei conventi ci sono tante storie clandestine"

"Nei conventi ci sono tanti casi di preti e religiose che vivono il loro amore clandestinamente, ma nel vangelo Gesù condanna l’ipocrisia, non gli omosessuali, così abbiamo deciso di lasciare la vita religiosa e cominciare un cammino di libertà".

Iniziano così il loro racconto Federica e Isabel le due suore che il 28 settembre si sono unite in matrimonio civile nel municipio di Pinerolo (Torin). Per la prima volta hanno concesso un'intervista a Repubblica e la loro storia esce fuori dalle mura di un convento. Come confessano a più riprese, per loro la strada è sempre stata in salita, ma ora sono felici della loro scelta.

Il loro amore è nato durante un viaggio in Guinea Bissau (Africa). "Insieme ci siano trovate a lavorare al fianco dei più poveri e lì abbiamo capito che al mosaico della nostra vocazione di aggiungeva una nuova tessera. Il nostro amore è un dono di Dio e nesuno può impedirlo. Ci siamo sentite solo, abbandonate, ma qualche consorella ci ha incoraggiato" - spiegano suor Federica e suor Isabel.

Incalzate dal giornalista hanno confessato che il loro amore non è un'eccezione nel contesto religioso, ma spesso si preferisce non dare scandalo e vivere tutto clandestinamente. "Noi abbiamo sempre vissuto la nostra vita religiosa nella fedeltà - continuano -. Avremmo potuto seguire un consiglio che si sente spesso dire nei conventi: vivete assieme da suore, basta non dire nulla e non dare scandalo. Una via comoda e falsa. Ce ne sono tanti di casi come questi: preti o religiose che vivono clandestinamente i loro rapporti con uomini o donne. Ma nel vangelo Gesù condanna l’ipocrisia, non gli omosessuali. E così abbiamo deciso di lasciare la vita religiosa e cominciare un cammino di libertà e di fede con serenità, senza scandalo, sotto lo sguardo misericordioso di Dio".

E quando il giornalista domanda loro se hanno avuto paura rivelano che è normale perché quando si lascia una congregazione religiosa non si ha diritto a nulla: "Non sapevamo come mettere assieme il pranzo con la cena, senza un lavoro, senza contributi per la pensione. Non avevamo niente. Eravamo sole".

Le altre suore - spiegano - le hanno escluse, mentre qualcuna ha cercato di confortarle. "Una consorella anziana ci ha rivelato: 'Se avessi la vostra età, uscirei anch’io'. Una volta fuori dal convento, non sapevamo a chi rivolgerci - raccontano -. Abbiamo scoperto attraverso internet don Franco Barbero (il prete di Pinerolo dimesso dallo stato clericale nel 2003 e divenuto famoso per le celebrazioni dei matrimoni gay ndr). Lui ci ha invitato a Pinerolo. E se adesso possiamo ricominciare una nuova vita lo dobbiamo anche a lui, che ci ha accolto aiutandoci a trovare una casa e sostenendoci nel trovare un lavoro ".

E a chi le accusa di essere uno scandalo per la Chiesa, loro rispondono che non lo sono e non hanno intenzione di cambiare la Chiesa. "Amiamo la Chiesa e amiamo il Papa: proprio per questo crediamo che la Chiesa debba uscire dall’ipocrisia e purificarsi. La Chiesa è come un grande iceberg che lotta da secoli per mantenersi compatto, eliminando a colpi di piccone chi è scomodo e rischia di farlo scongelare.

Quanti sacerdoti sono stati emarginati a causa del loro pensiero? Quante persone non possono più entrare in comunione con la Chiesa, ma non per questo con Dio, per le loro scelte personali, le condizioni familiari, o l’orientamento sessuale? Solo perché hanno deciso di vivere apertamente e senza ipocrisia? Noi abbiamo un sogno. Sogniamo l’arrivo di un vento divino, magari un poco caldo, affinché l’iceberg si lasci fondere con il resto dell’oceano".

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