Coronavirus

"Nuovi casi da 30enni e non gravi". Poi la "profezia" Iss su cosa accadrà

Molti contagi frutto di assembramenti. Il report settimanale redatto dall’Istituto superiore di sanità e dal ministero della Salute: "Mantenere alta l’attenzione"

"Nuovi casi da 30enni e non gravi". Poi la "profezia" Iss su cosa accadrà

L’aumento dei contagi (più 845 nelle ultime 24 ore), fa salire la febbre da coronavirus. Ancora una volta. Dalle ultime analisi eseguite dagli esperti si evidenzia che la media dell’età dei nuovi malati si aggira intorno ai 30 anni. L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e il ministero della Salute fanno sapere: "In Italia, come in Europa e globalmente, si è verificata una transizione epidemiologica dell’epidemia con un forte abbassamento dell’età mediana della popolazione che contrae l’infezione. L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana è di 30 anni. La circolazione - si legge ancora nel documento - avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità".

I casi di infezione da coronavirus diagnosticati recentemente risultano essere meno gravi e in maggioranza asintomatici. Il che, di per sé, è una buona notizia. Si riscontra - si legge nel documento - un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero) ed una minore gravità clinica dei casi diagnosticati.

Per il ministero si registra un nuovo aumento dei contagi e appare fondamentale quindi mantenere misure di precauzione. Il periodo preso in considerazione va dal 10 al 16 agosto 2020. Viene confermato un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la terza settimana consecutiva con una incidenza cumulativa (dati flusso Iss) negli ultimi 14 giorni (periodo 03/8-16/8) di 9.65 per 100mila abitanti, in aumento dal periodo 6/7-19/7 e simile ai livelli osservati all’inizio di giugno. La maggior parte dei casi è stata contratta sul territorio nazionale, mentre il male risulta importato da Stati esteri nel 28,3% dei casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio.

In tutte le regioni e province autonome sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2. Il 28,6% dei nuovi casi diagnosticati in Italia è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 34,0% nell’ambito di attività di contact tracing. Quindi, il 63% dei nuovi casi sono stati diagnosticati con attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti.

L’indice di trasmissione nazionale (Rt) calcolato sui casi sintomatici e riferito al periodo 30 luglio - 12 agosto 2020 è pari a 0.83 (0.67 - 1.06): si legge nel monitoraggio settimanale di Istituto Superiore di Sanità (Iss) e ministero della Salute. L’Italia, per gli scienziati, si trova in una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento. "Anche in questa settimana - si legge - si rileva la trasmissione diffusa del virus su tutto il territorio nazionale che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti, spesso associati all’importazione di casi da Stati esteri e successiva trasmissione locale (anche al rientro dopo periodi di vacanza in Paesi a più elevata circolazione virale)".

Nonostante la tendenza all’aumento, il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto, prosegue il rapporto. Questo avviene anche grazie alla ricerca e la gestione dei contatti, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l’isolamento immediato dei casi secondari. La riduzione nei tempi tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi/isolamento è uno dei motivi che permette una più tempestiva identificazione e assistenza clinica delle persone che contraggono l’infezione.

In conclusione, si avverte nel report, "la situazione descritta, relativa prevalentemente a infezioni contratte nella fine di luglio 2020, conferma la presenza di importanti segnali di allerta legati a un aumento della trasmissione locale". L’invito è a mantenere alta l’attenzione.

"Al momento i dati confermano l’opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle regioni e province autonome e di mantenere alta l’attenzione alla preparazione di interventi in caso di evoluzione in ulteriore peggioramento", concludono gli autori del rapporto.

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