Coronavirus

Nuovo balzo dei contagi. Ma l'esperto: "Non è livello di allerta"

Sono 845 i positivi nelle ultime 24 ore. Ma solo 2 in più i casi gravi. Pregliasco rassicura e spiega perché

Nuovo balzo dei contagi. Ma l'esperto: "Non è livello di allerta"

Un nuovo balzo di contagi nelle ultime 24 ore, +845. Il numero dei casi totali è così salito a 256.118, mentre quello dei decessi è di 35.418. I decessi sono 6 nelle ultime 24 ore. Solo 2 in più i casi gravi. Il numero di guariti dimessi adesso è 204.686, quello degli attuali positivi è invece 16.014. Nel dettaglio, i positivi sono gli 883 ricoverati con sintomi (+17 su ieri), i 66 (stesso numero di ieri) in terapia intensiva e i 15.063 (+135) in isolamento domiciliare.

Dati in aumento. Pregliasco: "Era prevedibile"

Ecco la situazione nelle regioni italiane. La Lombardia guida con un aumento di 91 casi, seguita dall'Emilia Romagna con +76, dal Lazio con 75, dal Veneto con 59, dalla Campania con 56, dalla Sicilia con 45, dal Piemonte con 42 e dalla Toscana con 40. Oggi nessuna regione ha registrato zero casi. Il numero di tamponi eseguito vede un aumento di 77.442 unità, arrivando così a un totale di 7.790.596, dei quali 4.600.949 testati. Non ci sarebbe però da allarmarsi, almeno secondo quanto affermato dal virologo dell'università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, che all’Adnk Salute ha commentato l’aumento di contagi odierni registrati in Italia. C’era da aspettarselo, molte persone sono state all’estero o comunque hanno trascorso un soggiorno in località estive e stanno tornando adesso dalle vacanze. “Purtroppo questa ondulazione dei casi, con un aumento, era attesa e la temevamo. Sono casi legati ai rientri dall'estero. Però confido che riusciremo a mantenere il controllo perché su questi livelli si può convivere con il virus, ma serve una forte attività di contact tracing".

Il 30% dei casi è asintomatico

Il virologo ha poi aggiunto che una situazione simile a quella che si sta vivendo oggi si era già presentata nei mesi di dicembre e gennaio. “Ora abbiamo a che fare con singoli focolai che non devono però omologarsi, altrimenti potrebbe esserci un aumento esponenziale dei casi e questo non lo dobbiamo permettere. Per fortuna, al contrario dei mesi passati, ci sono anche dati confortanti: il 30% dei nuovi casi è asintomatico e non c'è pressione sugli ospedali". Come sottolineato anche da Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell'Ospedale San Martino di Genova, i casi critici non sono gravi. Evitare quindi di creare inutile allarmismo. Le strutture ospedaliere non sono sotto pressione e di esperienza se ne sono fatta durante i mesi critici di marzo e aprile.

Fare i tamponi alla partenza

Anche Massimo Clementi, direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia all'ospedale San Raffaele di Milano, punta il dito contro i Paesi vicini all'Italia, colpevoli di peggiorare la situazione anche nel nostro Paese. "Purtroppo da noi vediamo l'andamento che stanno avendo altri Paesi in Europa: la Spagna oggi è arrivata all'apice con oltre 3mila contagi e così anche altri nostri vicini di casa. Così quello che vediamo è quello che tracima da queste situazioni. La popolazione andava indirizzata nella scelta delle vacanze, c'era infatti una situazione in evoluzione in molti Paesi limitrofi. Questo ha poi portato ad avere focolai anche da noi". Adesso è molto importante controllare tutti coloro che fanno rientro in Italia dopo aver soggiornato in Nazioni ritenute adesso pericolose.

I Tamponi andrebbero fatti prima che i soggetti si imbarchino su voli o navi, ha aggiunto Clementi.

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