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Scontro Ricciardi-Fontana: "Lockdown ora", "No"

I pronto soccorso lombardi chiedono un nuovo lockdown per abbassare la pressione sulle strutture ma governatore regionale e sindaco di Milano dicono di no, almeno per ora

Scontro Ricciardi-Fontana: "Lockdown ora", "No"

Lockdown sì, lockdown no. In un valzer che ormai prosegue da giorni, l'ipotesi di una chiusura estrema è caldeggiata da una frangia e osteggiata dall'altra. A chiedere che vengano presi provvedimenti drastici ora, prima di arrivare al completo collasso delle strutture sanitarie, sono i pronto soccorso del Paese e Walter Ricciardi ma dall'altra parte, Attilio Fontana per ora esclude questa misura estrema per cercre di salvare quel che resta dell'economia regionale. L'equilibrio è labile, la coperta troppo corta e la politica deve trovare il modo di risolvere le questioni sanitarie e quelle econoniche.

Il problema attuale è la curva dei contagi, che sta seguendo un andamento esponenziale con un incremento massiccio di casi di settimana in settimana. Per le logiche statistiche, un incremento di casi porta a un incremento percentuale anche dei casi sintomatici che si rivolgono agli ospedali e che, in alcuni casi, necessitano di ricovero. La situazione è meno drammatica rispetto alla primavera, c'è una minore concentrazione di casi, ma i pronto soccorso stanno iniziando a mostrare qualche crepa nel sistema e la paura è quella di arrivare al collasso. La situazione più grave, anche stavolta, si sta verificando in Lombardia ma a differenza della prima ondata, la diffusione del coronavirus sembra essere più estesa, con il risultato che anche altre regioni iniziano a patire la pressione eccessiva sui pronto soccorso.

"I pronto soccorsi della Lombardia, così come di altre aree d'Italia, sono in grande difficoltà. Mi riferisco soprattutto alle aree di Milano, Monza e Brianza e Varese", ha affermato Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi. Tanti cittadini hanno percezione di un incremento di ambulanze che tagliano le città a sirene spiegate, quasi come a marzo. La ricetta di Guido Bertolini è una, ed è drammatica: "La situazione è davvero molto difficile in quasi tutte le strutture e non c'è molto spazio per l'ottimismo. Bisogna fare un nuovo lockdown. O si chiude tutto in fretta o le conseguenze rischiano di essere drammatiche".

Sulla stessa lunghezza d'onda è Walter Ricciardi, che propone di differenziare le misure su base regionale. "A Milano e Napoli uno può prendere il covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l'autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perchè il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no", spiega l'ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di medicina e chirurgia dell'università Cattolica di Roma a Radio Capital. Anche Fabrizio Pregliasco, stando alle sue parole all'Adnkronosm sembra orientato al lockdown territoriale ma non immediato: "Uno studio recente su Lancet ci dice che i primi effetti delle misure non farmacologiche si apprezzano già 8 giorni dopo l'introduzione. Dunque aspettiamone almeno 15 per valutare gli effetti del Dpcm. Certo, un lockdown a Milano e Napoli era possibile, ma si è deciso di intervenire bilanciando salute ed economia".

Proprio per la tutela dell'economia, Attilio Fontana frena sul lockdown in Lombardia: "Escludo che ci siano le condizioni per prevedere ipotesi di questo genere, anzi, tutti i nostri interventi vanno nella direzione di evitare ogni tipo di lockdown". La Regione Lombardia ha già pronto un decreto in cui vengono allineate le disposizoni regionali a quelle nazionali e al momento la stretta totale sembra lontana. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha commentato in radio le parole di Walter Ricciardi. Pur dicendosi preoccupato per gli numeri che intasano gli ospedali, "non credo sia irrisolvibile e che ci debba portare a un lockdown generale adesso". Il sindaco, che è in contatto costante con esperti e medici, infatti, sembra allinearsi con le parole di Pregliasco: "Ho appena ricevuto un messaggio sms di un virologo di cui mi fido molto, che dice ieri c'erano circa 80 pazienti intubati a Milano e 200 in Lombardia.

La conclusione è che anche nella peggiore delle ipotesi avremmo 10-15 giorni per decidere un eventuale lockdown".

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