Odifreddi smonta le bufale di Scalfari. E Repubblica lo silura

Il matematico che ha smontato le bufale di Scalfari sull'incontro con Papa Francesceo: "Calabresi doveva scegliere tra me e lui. Era ovvio che scegliesse il fondatore"

Odifreddi smonta le bufale di Scalfari. E Repubblica lo silura

Alla fine Piergiorgio Odifreddi ha pagato caro l'articolo sul suo blog in cui smontava una ad una le "fake news" di Eugenio Scalfari sull'incontro con Papa Francesco.

Il matematico che da 18 anni collabora con Repubblica è infatti stato silurato dal quotidiano fondato proprio da Scalfari.

"Dopo il post su Scalfari di ieri il direttore Calabresi, com'era non solo suo diritto, ma forse anche suo dovere, mi ha comunicato che la mia collaborazione a Repubblica termina qui", scrive oggi Odifreddi nel suo commiato. In cui ricorda i precedenti "problemi di coabitazione" con il gruppo e si richiama alla "funzione sociale dell'intellettuale" che secondo Moravia "è di essere antisociale": "È forse dunque una mia colpa sociale, l'aver sempre cercato di dire ciò che pensavo, anche quando sarebbe stato più comodo o più utile (e a volte, forse, anche più corretto o più giusto) tacere", scrive ancora, "Ma ciascuno di noi è fatto a modo suo, e io sono fatto così. Dunque, un grazie a tutti, e a risentirci magari altrove".

Poi, a Un giorno da Pecora su Rai Radio 1, Odifreddi ha spiegato che l'articolo in questione è stato pubblicato nel giorno dedicato al "fact checking", il controllo delle notizie. "In tal senso, Scalfari è recidivo", attacca ancora, "Lo dice il portavoce del Vaticano, che per tre volte lo ha censurato dicendo che aveva messo in bocca al Papa cose che non aveva detto. Che dica di esser andato dal Papa senza averlo fatto mi parrebbe eccessivo. Lui però fa sempre così: va a fare interviste senza prendere appunti e senza registratori, e poi dice quello che crede il suo interlocutore voglia dire. Una volta lo ha anche ammesso: io ho detto cose che il Papa non ha detto. Che affidamento si può fare in interviste di questo tipo?". E su Calabresi ha aggiunto: "È ovvio che dovendo scegliere tra me e Scalfari ha scelto il fondatore di Repubblica. Ma è il suo ruolo, io non ci sono rimasto male ed in parte me lo aspettavo".

"Ciò non accade per le critiche a Scalfari, che sono lecite e fanno parte di un libero dibattito, ma per quello che hai scritto del giornale con cui collabori da anni", replica però Mario Calabresi, "Il problema è che non si può collaborare con un giornale e contemporaneamente sostenere che della verità ai giornalisti non importa nulla. Che oggi serva di più pubblicare il falso del vero. Questo è inaccettabile e intollerabile, non solo per me ma per tutti quelli che lavorano qui. Facciamo il nostro lavoro con passione e con professionalità e la gratuità delle tue parole di ieri ci ha fatto male.

Tu sai di aver sempre goduto della massima libertà, ma l’unica libertà che non ci si può prendere è quella di insultare o deridere la comunità con cui si lavora. Mi aspettavo tu fossi conseguente con questa presa di posizione e ora non posso che dirti buona fortuna".

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