Cronache

L'Ong carica oltre 200 migranti. Cresce il pressing sull'Italia

A Lampedusa si susseguono gli arrivi di migranti e l'hotspot è al collasso. Davanti alla rinnovata emergenza, Giorgia Meloni chiede il blocco navale

L'Ong carica oltre 200 migranti. Cresce il pressing sull'Italia

Sono bastate poche ore di bel tempo per rimettere in ginocchio l'isola di Lampedusa, dove sono stati centinaia gli arrivi dallo scorso venerdì. E mentre nella più grande delle Pelagie si cerca di trovare la quadra per risolvere il sovraffollamento dell'hotspot, l'unico dell'isola, la nave Ocean Viking è in mare con oltre 200 migranti, pronta a chiedere il porto sicuro al nostro Paese.

La nave di Sos Mediterranee sta viaggiando con a bordo 225 persone, recuperate nel Mediterraneo centrale da barchini in difficoltà. Tra i soccorsi effettuati dall'imbarcazione della ong francese anche uno che è stato in zona Sar maltese, dove sono stati portati a bordo 22 migranti che viaggiavano a bordo di un piccolo gozzo. La nave battente bandiera maltese si trova ora al confine con le acque territoriali libiche, prospiciente la città di Sfax.

Nella giornata di sabato 12 febbraio sono stati 357 i migranti sbarcati a Lampedusa con 7 diverse imbarcazioni. La maggior parte delle carrette del mare sono state intercettate dalle forze dell'ordine al largo dell'isola ma alcuni di questi sono riusciti a raggiungere autonomamente le coste di Lampedusa. Nella giornata di sabato, quando i migranti all'interno dell'hotspot erano arrivati a toccare quota 481, la prefettura di Agrigento in accordo con il Viminale aveva disposto il trasferimento di circa 250 migranti sulla nave quarantena Aurelia.

A piccoli gruppi, i migranti sono stati scortati dalla polizia dall'hotspot di contrada Imbriacola fino a cala Pisana. Nella struttura di primissima accoglienza, nel tardo pomeriggio di sabato erano rimasti 222 ospiti. Un'operazione necessaria quella della prefettura, in vista dei nuovi arrivi che erano stati preventivati nelle ore successive e che, puntualmente, si sono verificati, tanto che nel tardo pomeriggio di domenica i migranti sono cresciuti nuovamente fin sulla soglia delle 400 unità.

All'alba di domenica 13 dicembre i migranti nell'hotspot erano tornati a salire fino a quota 299, ben oltre le 250 persone che possono essere ospitate al massimo nella struttura di primissima accoglienza di Lampedusa, dopo i successivi sbarchi. Quel numero è cresciuto ulteriormente nella giornata di domenica dopo lo sbarco di altre 62 persone, che hanno riferito ai poliziotti che li attendevano su molo Favarolo di essere egiziani. Sarebbero partiti a mezzanotte e mezzo dal porto di Zuara, in Libia.

Intanto si registra anche un incidente. Un barchino con altri 18 migranti a bordo è arrivato nella mattinata di domenica a Lampedusa, scortato dalla capitaneria di porto. Le persone a bordo hanno raccontato che il barchino su cui viaggiavano in 21, partito venerdì scorso da Abu Kammash, in Libia, sarebbe entrato in collisione con un motopesca libico mentre si trovava in acque internazionali. In cinque sarebbero finiti in acqua e solo due sarebbero riusciti a risalire a bordo della carretta del mare. Ci sarebbero quindi tre dispersi tra i migranti, che hanno riferito di provenire da Sud Sudan, Somalia, Guinea Conakry, Costa d'Avorio e Mali. A questi si sono aggiunti altri 18 migranti, sedicenti sudanesi, eritrei, bengalesi ed egiziani, arrivati con il terzo sbarco della domenica, che portano il totale dei migranti presenti nell'hotspot a 397.

"Gli scafisti intascano denaro mettendo a rischio la vita di milioni di disperati in mare aperto. I più fortunati arrivano sulle nostre coste da clandestini e spesso finiscono per essere sfruttati in lavori umilianti o sottopagati, quando non dalla criminalità organizzata o da qualche cooperativa rossa per fare business con i fondi per l'accoglienza", ha attaccato Giorgia Meloni.

La leader di Fratelli d'Italia nel suo post Facebook ha poi aggiunto: "Solo la sinistra e qualche Ong compiacente non si rendono conto che non c'è nulla di umano in tutto ciò. Bisogna spezzare questa catena di sfruttamento, con accordi di cooperazione e di gestione dei flussi.

Con un blocco navale, inteso come missione europea di concerto con le autorità nordafricane per fermare le partenze clandestine".

Commenti