Il 2016 è giunto al termine ma, quello appena passato, è stato un anno segnato da diversi omicidi, anche se, come ricorda il Ministero degli interni, il numero di delitti in Italia è in costante diminuzione da ventiquattro anni.
Sono sostanzialmente dieci gli omicidi che maggiormente hanno interessato l'opinione pubblica e che verranno quindi ricordati anche in fututro per l'efferatezza dei carnefici.
Ashley Olsen
La donna, 35enne americana, originaria della Florida, viene trovata strangolata nel suo appartamento del centro storico di Firenze sabato 9 gennaio. Il "giallo" dura poche ore, fino al fermo del 28enne senegalese Cheik Diaw, arrivato in Italia da pochi mesi e diventato presto un habituè della movida cittadina. Alcuni testimoni lo hanno visto allontanarsi con Ashley da una discoteca, e ci sono dei filmati che lo riprendono mentre entra in casa con lei. L'esame dei reperti biologici dà la cofnerma: messo alle strette l'uomo confessa di aver ucciso la donna dopo un rapporto sessuale. Il 22 dicembre arriva la condanna in primo grado a 30 anni.
Gloria Rosboch
Strangolata con un laccio per i panni e gettata nel pozzo di una discarica. È questa la terribile fine di Gloria, 49 anni, insegnante di Castellamonte, nel Torinese. Scompare nel nulla il 13 gennaio, ma dopo poche settimane di indagini i carabinieri stringono il cerchio intorno a un suo ex studente, Gabriele Defilippi, 22 anni. La donna si era invaghita di questo ragazzo, aveva creduto alla prospettiva di una nuova vita con lui in Francia e si era lasciata convincere ad affidargli 187mila euro. Soldi mai restituiti e diventati movente del delitto. Defilippi e il suo compagno, Roberto Obert, 54 anni, ammettono tutto, ma si accusano a vicenda.
Vincenzo Amendola
In un freddo mattino di febbraio viene trovato cadavere con due proiettili in testa. Il corpo del 18enne, scomparso dodici giorni prima, viene trovato sotto mezzo metro di terra in un campo agricolo in viale 2 giugno, in una zona di Napoli ribattezzata Bronx. A guidare sul posto gli agenti è Gaetano Nunziato, 23 anni, amico del ragazzo: al gip spiega il perché dell'esecuzione: "Vincenzo si vantava di aver avuto una relazione con la moglie di un boss del clan Formicola". Un affronto che andava lavato col sangue. Accusato di concorso in omicidio, Nunziato giura di non aver sparato ma di aver accompagnato Vincenzo all'appuntamento trappola con altre persone.
Luca Varani
Il 4 marzo finisce in tragedia a Roma un festino a base di alcol e cocaina in un appartamento al decimo piano nel quartiere Collatino. Luca Varani, 23 anni, viene seviziato, torturato e massacrato a coltellate e martellate da due studenti universitari fuori corso, i trentenni Marco Prato e Manuel Foffo. È quest'ultimo a far scoprire il delitto, consegnandosi ai carabinieri su consiglio del padre. "Volevamo uccidere qualcuno - racconta Foffo al pm - Volevamo vedere l'effetto che fa". Mentre i due cominciano a rimpallarsi le responsabilità, dall'autopsia emergono particolari raccapriccianti: Luca, spogliato, drogato e legato, sarebbe morto dissanguato e non per effetto diretto della lama conficcata nel petto. Il 21 dicembre la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio premeditato e pluriaggravato.
Sara Di Pietrantonio
Il litigio, le grida e poi le fiamme.Muore così una 22enne studentessa di economia, uccisa a Roma dall'ex fidanzato Vincenzo Paduano, guardia giurata di 27 anni, che non accettava la fine della loro relazione. La sera del 29 maggio la segue sotto casa del nuovo fidanzato, pedina la macchina di lei per qualche chilometro, le si affianca. Prima dà fuoco alla vettura, poi insegue Sara che tenta di scappare: la tramortisce, la strangola, brucia anche lei. L'autopsia conferma l'orrore, ma almeno esclude l'ipotesi che Sara fosse ancora viva quando il suo corpo è stato dato alle fiamme. Paduano nega a lungo, poi - messo alle strette dagli investigatori - crolla. I pm gli contestano l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e lo stalking.
Gilberto Manoel Da Silva e Mariela Yosephina Santos Cruz
Una caccia all'uomo durata un giorno. Mirco Alessi, 42 anni, fiorentino residente a Signa, viene fermato dai carabinieri a Monticiano, nel Senese, la sera del 29 giugno. È stato lui, all'alba dello stesso giorno, in un appartamento a due passi dalla Stazione di Santa Maria Novella, a uccidere con decine di coltellate un trans brasiliano, Gilberto Manoel Da Silva, 45 anni, e un'amica della vittima, la dominicana Mariela Yosephina Santos Cruz. Un'altra dominicana si è salvata saltando giù dalla finestra al primo piano. Sembra che il trans lo ricattasse. Dopo l'omicidio Mirco, sotto l'effetto della droga, sale in macchina, chiama il papà per dirgli "ho fatto una cazzata", poi dopo ore di fuga contatta il 112 lamentandosi di non essere stato ancora preso.
Giulia Ballestri
Matteo Cagnoni, 51 anni, dermatologo volto noto degli studi televisivi, nel 2013 aveva organizzato con "Linea Rosa", una serata-evento contro la violenza sulle donne. Ma è alla porta dei suoi genitori, che lo ospitano a Firenze, che la polizia va a bussare il 19 settembre dopo aver trovato cadavere la moglie, Giulia Ballestri, 40 anni, nella villa di famiglia a Ravenna. L'autopsia conferma: la donna è stata uccisa da diversi colpi di bastone, in faccia e al capo. I due si stavano separando. In un interrogatorio durato quattro ore, Cagnoni nega però ogni responsabilità: "Non ha voluto venire con me in Toscana, e io non ho insistito. Ma non sono stato io ad ammazzarla".
Pazienti in ospedale
Leonarno Cazzaniga, 60 anni, anestesista di pronto soccorso, e la sua compagna, Laura Taroni, 45 anni, infermiera, sono accusati dai carabinieri di Saronno di aver ucciso quattro pazienti - persone anziane e malate - tra il febbraio 2012 e l'aprile 2013 con un mix letale di farmaci. Ci sarebbe anche una quinta vittima, il marito di lei, ma i casi da esaminare - spiega il procuratore capo di Busto Arsizio - "sono una trentina". "Non ho mai ucciso nessuno", dice al gip Cazzaniga, sospettato di aver messo a punto un suo "protocollo" per i malati terminali. Inquietanti le intercettazioni telefoniche tra i due: "se vuoi, uccido anche loro", dice la donna alludendo ai figli.
Albano Crocco
Due colpi di fucile sparati con un fucile da caccia, poi un colpo di machete che lo decapita. Muore così, nei boschi di Lumarzo, nel genovese, Albano Crocco, infermiere in pensione di 68 anni uscito la mattina dell'11 ottobre a cercare funghi. Le indagini dei carabinieri puntano diritte sul nipote, Claudio Borgarelli, 55 anni, con cui la vittima in passato aveva spesso litigato. Ci sono intercettazioni ambientali a inchiodarlo ma a chiudere il cerchio arriva la confessione: racconta di aver perso la testa quando ha visto l'auto dello zio parcheggiata sotto casa sua, con i paletti divelti. "Non ho capito più niente, l'ho raggiunto nel sentiero. Lui mi ha insultato e mi ha sputato in faccia".
Maria Sophia e Gaia
"Le ho soffocate io, con le mie mani". Giuseppa Savatta, 41 anni, insegnante di sostegno, davanti ai pm piange e confessa l'omicidio delle sue due bambine, Maria Sophia di 9 anni e Gaia di 7.
Il 27 dicembre, quando il marito, Vincenzo Trainito, torna a casa dal lavoro trova le piccole già morte, con ancora addosso il pigiama, una nella sua cameretta, l'altra nel corridoio: la moglie tenta di avvelenarsi con la candeggina, poi prova a buttarsi di sotto ma l'uomo glielo impedisce. "Volevo morire anch'io, volevo stare con le mie figlie", racconta Giuseppa: ammette che con il marito si parlava di separazione, ma la causa della tragedia sarebbe la profonda depressione di cui soffriva da anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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