"Non dimentichiamo la Delta": ecco cosa può succedere

La variante Delta non è affatto scomparsa e anzi potrebbe essere la diretta responsabile dei decessi e dei ricoveri in terapia intensiva ai quali stiamo assistendo in questi giorni

"Non dimentichiamo la Delta": ecco cosa può succedere

Omicron non è l’unica variante Covid-19 da temere. Oltre all’ultima mutazione registrata per la prima volta in Sudafrica lo scorso fine novembre, gli esperti consigliano di tenere alta la guardia anche contro due minacce. La prima: le prossime varianti che, quasi sicuramente, saranno presto tra noi. La seconda: le varianti già in circolazione. Come, ad esempio, Delta.

Delta fa ancora paura

Nel corso di una lunga intervista al quotidiano Repubblica, Roberto Battiston, docente di Fisica presso l’Università di Trento, nonché coordinatore dell’Osservatorio epidemiologico del medesimo ateneo, è stato chiarissimo. Guai a dimenticarci di Delta, anche perché la cugina prossima di Omicron è probabilmente la diretta responsabile dei decessi e dei ricoveri in terapia intensiva ai quali stiamo assistendo in questi giorni. "Assistiamo a una sorta di rimozione collettiva sulla variante Delta, ma non c'è nessuna prova che sia scomparsa", ha spiegato Battiston.

Per meglio capire cosa sta accadendo, dobbiamo immaginarci due differenti epidemie distinte: una causata dalla variante Delta, l’altra da Omicron. Quest’ultima ha sì effetti meno gravi sulla salute delle persone, ma dall’altro lato è così contagiosa che può, in sostanza, far andare un Paese in lockdown per via delle numerosissime infezioni. "Per poter affrontare efficacemente questa fase della crisi è fondamentale avere chiara tale distinzione. E magari adoperarsi per distinguere chi si ammala di una variante piuttosto che dell'altra", ha chiarito l’esperto.

La doppia epidemia

La situazione attuale che sta attraversando l’Italia potrebbe dunque essere figlia della doppia epidemia provocata dagli effetti combinati di Delta più Omicron. Eppure nei giorni scorsi si ipotizzava che Omicron potesse soppiantare Delta. A quanto pare non è stato così. O meglio: Omicron stava diventando prevalente ma "questo termine non andava interpretato come se la variante precedente fosse destinata a scomparire". Numeri matematici alla mano, al netto della diffusione di Omicron, Delta ha continuato a circolare. "A ridosso di Natale causava 30-35mila nuovi contagi al giorno, oggi ne provoca, probabilmente, circa 40mila", ha chiarito Battiston.

Le conseguenze sono ben visibili dal punto di vista sanitario. Delta è all’origine dei casi più gravi nei non vaccinati, e quindi dei decessi e dei ricoveri nelle terapie intensive. Omicron, invece, colpisce vaccinati, per lo più coloro che non hanno ricevuto la terza dose, e ha effetti meno gravi. Come detto, può però portare a un blocco indiretto del Paese per via delle persone destinate alla quarantena.

"Siamo convinti di combattere un solo nemico, il Covid-19, mentre attualmente siamo di fronte a due varianti molto diverse, che adottano strategie e hanno conseguenze completamente diverse.

Accorciare il periodo di quarantena nei casi di contatto di un vaccinato con un positivo può avere senso, ma nella misura in cui un contagio Delta può essere identificato e trattato in modo diverso", ha chiarito, ancora, Battiston. Un possibile rimedio? Distinguere chi si ammala di Delta e chi di Omicron. Ma una soluzione del genere si preannuncia piuttosto complessa da attuare.

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