La rimessa in libertà di Carola Rackete rischia di creare un precedente. E di invogliare le altre Ong a riprendere il mare e a forzare il blocco che dovesse essere imposto in caso vogliano entrare in acque italiane dopo aver preso a bordo i migranti nel Mediterraneo.
"Agiremo ancora come ha fatto la Sea Watch, seguendo la legge del mare", avvisa Alessandro Metz di Mediterranea. "L'ordinanza del gip restituisce dignità all'Italia, raccoglie, racconta e spiega in maniera sintetica ciò che non succede a livello governativo", spiegano le altre Ong chiedendo ora il dissequestro immediato delle navi Mare jonio e Sea Watch, "Se Salvini salisse sulla nostra nave e non tendesse la mano ai naufraghi che stanno per annegare, sarebbe un mostro. Siamo stanchi di essere insultati da lui".
Mediterranea - insieme a Tavolo Asilo, Open Arms e Medici senza frontiere - era stata invitata a un'audizione alla Camera sul decreto sicurezza bis. Ma le associazioni hanno deciso di disertare l'incontro dopo che è stata esclusa Sea Watch e protestando contro "il vizio di chi è al governo di considerare il Parlamento come se fosse casa propria, ascoltando solo chi si vuole". Per Francesca Businarolo, presidente della commissione Giustizia, "si tratta di una autoesclusione non comprensibile": "Avevo ritenuto di dare seguito alle richieste avanzate da due gruppi parlamentari, escludendo la Sea Watch dalle audizioni, perché quel caso ha assunto una sensibilità mediatica tale da sovrapporre le finalità del confronto", ha spiegato.
Ma le associazioni hanno preferito incontrare solo i giornalisti a poca distanza dalla Camera.
E si preparano a tornare nel Mediterraneo "per salvare vite". La stessa motivazione che - secondo il gip di Agrigento, Alessandra Vella - aveva mosso Carola Rackete e alla base della non convalida dell'arresto delal capitana della Sea Watch.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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