Il caso delle Ong e le parole del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, agitano e non poco le acque del governo. Protagonisti dello scontro il ministro della Giustizia, Andrea Orlando e il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. In mattinata, il titolare della Farnesina si è schierato dalla parte di Zuccaro: "Io do cento per cento di ragione al Procuratore Zuccaro perchè ha posto una questione vera. Tutti coloro i quali devono sapere sanno che questo rischio c’è. Ha il cento per cento di ragione lui. Sono degli ipocriti e dei sepolcri un pò imbiancati tutti quelli che si indignano a comando. Cioè, se i magistrati dicono delle cose che a loro piacciono, allora i magistrati possono parlare. Se dicono cose che a loro non piacciono, i magistrati devono stare zitti".
"Il procuratore Zuccaro non ha generalizzato, non ha sparato genericamente su tutte le Ong - ha aggiunto Alfano - ma occorre andare fino in fondo e penso, e spero, che non sia solo la Procura di Catania ad occuparsi di questa vicenda perchè noi abbiamo fatto un grande sacrificio nel salvataggio di vite umane ed ogni vita umana che si salva e sempre un risultato per l’umanità intera". "Però - ha sottolineato Alfano - bisogna anche capire come fanno alcune ong, e non tutte, neanche la mia è una generalizzazione, a spendere tutti questi soldi solo con i finanziamenti dei sostenitori. Boh, vediamo. Bisognerà accertarlo e spero che siano alcune, e non una sola,le Procure che lavorano su questo". E ad Alfano ha risposto Orlando: "Sul caso delle Ong, sostiene il ministro della Giustizia Andrea Orlando, "Alfano ha più elementi di me" per giudicare le affermazioni del procuratore di Catania, "perché ha fatto il ministro dell'Interno". "Ma se dice che ha ragione, la domanda che sorge spontanea è: non se n'è accorto quando era ministro degli Interni?". Pronta la replica di Alfano: "Non cercavo la polemica col collega Orlando e mi sorprende la sua dichiarazione. Ho difeso il procuratore. Ho fatto la dichiarazione che avrebbe dovuto fare il Guardasigilli Orlando se non fosse assente da via Arenula. Evidentemente il Guardasigilli, ormai, è in campagna elettorale permanente ed è assente da via Arenula. Dunque, non ricorda che un ministro dell’Interno non parla delle inchieste dei magistrati. Spero che quando tornerà in funzione come Guardasigilli, tutto riaffiori alla sua memoria". "Io, nel merito - argomenta -, sono stato un ministro dell’Interno corretto e non ho parlato pubblicamente delle inchieste dei magistrati di Catania, se non per congratularmi con loro.
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