"Per accogliere i profughi e ricevere i fondi statali non basta offrire una branda al freddo e qualche lezione d’italiano oltre che fornire un piatto di pasta", è questo il messaggio lanciato dalla Diocesi di Modena all'accoglienza effettuata dalla Cooperativa L’Angolo al Santuario del Murazzo.
La contestazione della Curia
Promesse non mantenute, mancato rispetto delle regole minime degli accordi sottoscritti tra Anci e Prefettura sui requisiti minimi di igiene e di accoglienza. Questi sono solo alcuni elementi che hanno fatto scattare la contestazione della Caritas diocesana che aveva affidato l’ex struttura conventuale dei padri Cappuccini per l'accoglienza dei profughi. Tra le cause della protesta c'é anche un affitto che sarebbe dovuto essere provissorio e invece è diventato definitivo usando la scusa dell'emergenza continua. Senza parlare dell'umidità, delle macchie di muffa, degli intonaci scrostati, dei servizi igienici chiusi e del riscaldamento non funzionante e sostitutito da precarie stufette elettriche.
Durante l’ultima visita effettuata il 2 gennaio scorso questi ultimi elementi hanno infranto un vaso già stracolmo e già tracimato da tempo. Ed è evidente nella conferenza stampa indetta da il vicedirettore della Caritas diocesana, Federico Valenzano. L'indignazione che si legge sul volto del vicario del vescovo, mons. Giuliano Gazzetti, presente davanti ai gioranlisti, sottolinea l'indignazione per quello che accade a S.Cataldo. Non solo, da quello che si evince dalla conferenza è chiaro che i gestori spendono, ma molto meno del necessario per mantenere le 53 persone. E il numero è decisamente il doppio di quello pattuito. Tra l'altro l'ex convento viene sfruttato gratuitamente, oltre ad essere occupato in quanto il periodo di concessione sia scaduto dai primi di ottobre.
I problemi della struttura
"Le condizioni in cui versano i profughi sono indecenti - ha sottolineato la Curia - il rapporto tra operatori e persone accolte è fortemente sottodimensionato; il corso di italiano che dovrebbe essere svolto per dieci ore settimanali è in realtà ridotto a due; ci sono danni alla struttura e pure il rapporto tra educatori e ospiti è sottodimensionata rispetto agli accordi sottoscritti". Inoltre, come riporta La Gazzetta di Modena, mons. Gazzetti ha anche impilato precisamente tutti gli impegni presi dalla Coop e non mantenuti: "Il 15 settembre avrebbe dovuto concludersi l’emergenza del primo gruppo di profughi. Nel protocollo si stabiliva anche la sorveglianza costante da parte della cooperativa, pulizia e decoro, presidio socio-assistenziale e sanitario. La diocesi concedeva i locali gratuitamente, chiedendo solo il rimborso delle utenze e degli eventuali danni. Sin dall’inizio fu precisato che da ottobre 2016 il complesso sarebbe stato adeguato per accogliere donne straniere con bambini a carico. Invece il 10 settembre è stato ridefinito l’accordo e il 30, data di scadenza, è stata concessa una proroga per le difficoltà a reperire una nuova struttura. Il 5 ottobre la diocesi ha chiesto conto del mancato rispetto degli accordi. Il 2 novembre, durante un incontro tra i rappresentanti della diocesi e dell’Angolo, sono state ribadite le difficoltà: numero doppio di persone ospitate rispetto alla capienza, degrado dell’ambiente umano e materiale, imbarazzo di fronte ai padri Francescami, proprietari dell’immobile, che lo avevano concesso in comodato alla stessa diocesi"
Don Giuliano però ci tiene a precisare un fatto:
"Non è in discussione l’accoglienza della Chiesa che ospita 200 persone ma quella specifica circostanza". L'unica cosa in dubbio è l'uso che fa la Coop dei 33 euro al giorno che prende per ospitare i migranti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.