Cronache

Le organizzazioni dei gruppi criminali nigeriani

Le scoperte della direzione investigativa antimafia nella seconda relazione semestrale per il 2018: codici segreti, ruoli definiti e picchiatori, come funzionano i cults

Le organizzazioni dei gruppi criminali nigeriani

I gruppi criminali nigeriani più pericolosi e diffusi di quelli attivi in Italia sono sue. Si tratta degli Eyie, diffusi da Nord a Sud della penisola; subito dopo c’è la Black Axe. Altre presenze sono pure attestate, anche se in forma minore come i Maphite e i Vikings; altre in posizione quasi residuale rispetto alle precedenti, come i Buccaneers e agli Aye.

La relazione semestrale della Direzione investigativa Antimafia, inerente al secondo periodo del 2018, dedica un focus al fenomeno della cosiddetta mafia nigeriana. E, organizzazione per organizzazione, rivela come funzionano e quali siano le dinamiche di potere e di direzione all’interno dei cults attestati in Italia.

Dal punto di vista delle adesioni e della presenza sul territorio, la confraternità dei Supreme Eiye è la più numerosa in Italia. La sua è un’organizzazione che sembra prediligere un modello orizzontale rispetto a uno schema verticistico e piramidale che, invece, informa il carattere di un’altra temibile associazione, quella della Black Axe.

Stando a quanto hanno scoperto in anni di indagini, gli uomini della Dia affermano che in ogni città dove ci sia una comunità di malviventi legati all’Eiye si forma una “cellula”, chiamata in gergo nest, che vuol dire nido. Non è un caso: Eiye, nel dialetto yoruba, sta a rappresentare un uccello mitologico che è il simbolo stesso dell’organizzazione. Talora è ritratto mentre ghermisce, tra gli artigli, un teschio umano. Grande attenzione ai simboli cromatici: per attestare la loro partecipazione a questo cult, indossano accessori di colore azzurro.

Ogni nest si riconosce, di solito, in una “voliera”, o meglio ancora aviary, al cui vertice c’è il World Ibaka che rappresenta l’organizzazione sul territorio nazionale ed è in costante contatto con i vertici nigeriani rimasti in patria. A capo del “nido” c’è il flying Ibaka, individuato a seguito di un’elezione tra i “birds”, gli uccelli ovveros i membri più importanti del gruppo locale. La struttura è agile ma prevede ruoli ben definiti. Il braccio esecutivo del capo è il cosiddetto Ostrich, lo Struzzo. A cui si affiancano il nightingale (usignolo) che svolge manisioni di segretario e si occupa della difesa degli associati, il woodpecker (picchio) che è il tesoriere, la dove (colomba) che tiene le redini dell’intelligence dell’organizzazione, il parrot (pappagallo) il cui compito è quello di tenere l’agenda degli incontri al vertice e di cantare durante i rituali di affiliazione, il flyng commandant che si occupa dell’organizzazione, della logistica e della sicurezza degli incontri del direttivo. Ha assunto un grande potere, negli ultimi tempi, la figura dell’Eagle, cioé dell’Aquila che è il capo delle squadre di picchiatori in servizio al nest.

L’importanza assunta dai “picchiatori” è caratteristica che la Supreme Eiye Confraternity condivide con la Black Axe. L’aspetto politico e culturale di quest’ultima organizzazione è molto più accentuato. Il simbolo è l’ascia che rompe le catene della schiavitù. La Confraternita, difatti, è nata in ambiente accademico negli anni ’70 con il preciso scopo di perseguire ideali positivi, di pace, fratellanza e tolleranza. Poi, come è accaduto con tanti altri gruppi nigeriani simili, è degenerata in un sodalizio criminale transnazionale.

Proprio la transnazionalità è una caratteristica del gruppo. Ogni nazione è una zona al cui vertice c’è un Head Zone; suoi subordinati sono i cosiddetti Lords, i capi locali, spesso alla guida dei forum, in cui è divisa ogni zone. Come per gli Eagle nell’Eiye, così nella Black Axe è divenuto centrale il ruolo dei butcher e degli sluggers. Non è troppo rigida la qualifica: si può essere picchiatori anche per un giorno solo, magari durante una sessione di iniziazione dei nuovi adepti, gli ignorants che, dopo la gavetta dell’orientation, se vengono accettati all’interno del culto debbono lasciare il loro vecchio nome per assumerne un altro, con il quale saranno conosciuti all’interno dell’associazione.

La presenza dei Black Axe, che fanno del numero 7 una specie di bandiera perché ritenuto simbolo proprio dell’ascia, e del nero, del giallo e del bianco i propri colori distintivi, è attestata in Piemonte, Campania, Emilia Romagna e Sicilia.

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