Cronache

Il padre della "capitana": "Italia non ci preoccupa"

Il padre della capitana della Sea Watch non è preoccupato per la sorte giudiziaria della figlia: "L'Italia è un Paese di diritto"

Il padre della "capitana": "Italia non ci preoccupa"

Il padre della capitana della Sea Watch torna a far sentire al sua voce. Ekkehart Rackete in un'intervista alla'agenzia tedesca Epd di fatto si dice tranquillo per le sorti giudiziarie che riguardano la figlia. Proprio in queste ore la capitana della Sea Watch viene ascoltata dai magistrati dopo l'arresto di sabato scorso nel porto di Lampedusa. Oltre all'accusa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, la Rackete è anche indagata per tentato naufragio. Questa è l'accusa che inguaia di più la capitana. La sua manovra nel porto dell'isola siciliana che ha messo a rischi la vita dei finanzieri a bordo di una motovedetta ha fatto scattare le manette. Ma papà Ekkehart non è agitato: "Non siamo preoccupati. L'Italia è pur sempre uno Stati di diritto". Il padre ha sentito sua figlia l'ultima volta sabato. Poi parla delle mosse di carola prima dello sbarco dei migranti. A quanto pare la ragazza era conoscenza dei rischi, soprattutto alla luce delle nuove norme varate con il decreto Sicurezza Bis. Il padre su questo punto è stato molto chiaro: "Era consapevole della portata della sua decisione, prima ha preso contatto con una legale. Sa sempre cosa fa: non è una che va con i sandali sul Monte Everest".

Il padre rivendica con forza le scelte della figlia e si dice molto orgoglioso di Carola: "Ha fatto quello che doveva essere fatto". La famiglia della Rackete però spera che i tempi del procedimento possano essere brevi e che l'eventuale processo cominci al più presto. A quanto pare Carola non è da sola.

Tutta la famiglia si è stretta attorno alla ragazza che si appresta ad affrontare il suo percorso giudiziario dopo le manovre da pirata nel porto di Lampedusa.

Commenti