"Palesemente infondato...": un'altra botta per Conte&Speranza

Primo round della causa civile contro il governo e il ministero della Salute intentato dalle vittime del Covid

"Palesemente infondato...": un'altra botta per Conte&Speranza

Non è certo una vittoria, ma un primo segnale positivo questo sì. Il pool di legali che assiste i parenti delle vittime del Covid della Bergamasca sorride dopo aver letto le decisioni preliminari del giudice del Tribunale Civile di Roma. Siamo ancora alle battute iniziali della causa di risarcimento intentata da oltre 500 familiari contro il governo, il ministero della Salute e Regione Lombardia. Ma gli avvocati si dicono “molto soddisfatti” di come l’arbitro abbia deciso di dare avvio alla lunga partita legale.

I fatti sono noti ai lettori del Giornale.it. I parenti dei morti della prima e della seconda ondata chiedono indennizzi per un totale di oltre 100 milioni di euro alle Istituzioni statali che, a loro dire, con i loro comportamenti e le loro omissioni avrebbero “contributo a far perdere migliaia di vite umane”. La causa era stata accompagnata da un enorme faldone fatto di documenti, prove, ricostruzioni: 2099 pagine di atto di intervento volontario (leggi qui), con accuse precise e pesanti rivolte a governo Conte II e al ministero diretto da Speranza. Deposito cui l’Avvocatura generale dello Stato ha “reagito” con 36 pagine di comparsa di costituzione e risposta (leggi qui), che hanno sollevato non pochi dubbi (leggi qui).

Il primo round si era svolto lo scorso 8 luglio, quando l’udienza era stata sostituita con uno scambio delle note scritte. E oggi è arrivata la prima decisione del giudice, che ha rigettato alcune istanze delle parti e rinviato il tutto alla prima udienza del 31 marzo 2022. Il provvedimento giudiziale, che ilGiornale.it ha potuto leggere in esclusiva, è scritto in perfetto avvocatese. Ma per tra le “normali” disposizioni per l’espletamento di alcune incombenze, finalizzate ad accertare la regolare instaurazione del contraddittorio, per i legali delle vittime del Covid “il Tribunale ha già rigettato le eccezioni dell’Avvocatura definendole ‘palesemente infondate’”. La toga ha dichiarato inammissibili le note depositate dai legali statali, consegnate in ritardo e senza chiedere una proroga. Ha inoltre respinto alcune richieste dei familiari delle vittime, chiedendogli di inviare ulteriori documenti di notifica. Ritenuto “palesemente infondata” l’eccezione di nullità, sollevata dall’Avvocatura, dell’atto di intervento dei ricorrenti. E rigettato il “resto” delle richieste delle parti, in particolare le eccezioni dell’Avvocatura su una serie di vizi formali nella causa.

Il giudice non è ancora entrato nel merito del procedimento. Non ha cioè deciso chi ha ragione e chi torto. Ha solo distribuito le carte e stabilito le regole. I legali dei parenti delle vittime, però, sono comunque soddisfatti. “Il Tribunale - dice al Giornale.it Consuelo Locati - ha iniziato a sgombrare il campo da eccezioni fatte palesemente in maniera temeraria pur sapendo che erano infondate”. Un punto a favore, insomma, per una “presa di posizione procedurale e processuale che non è così scontata”. In sostanza, aggiunge Locati, il Tribunale avrebbe fatto capire a ministero e presidenza del Consiglio che non devono “giocare a fare l’azzeccagarbugli”: “Leggendo il provvedimento ci pare che il giudice abbia ritenuto la causa, secondo il nostro modesto parere di parte, radicata su presupposti e fondata, altrimenti non avrebbe preso una posizione così chiara. Sono certa che si sia letto tutti i nostri atti, cosa che probabilmente l’Avvocatura dello Stato non ha fatto.

Si è reso conto, secondo me, che la causa è radicata su presupposti non campati per aria. il merito è talmente corposo e importante che non si deve perdere tempo su giochetti di vizi formali che si sanno di essere infondati e che si fanno a inizio di processo per perdere tempo”.

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