Coronavirus

Il Papa affida il mondo alla Madonna

Nell'ora più buia, la Chiesa torna all'essenziale: la messa, i sacramenti, la preghiera

Il Papa affida il mondo alla Madonna

Chiese vuote causa coronavirus. Così la Diocesi di Roma decide di affidarsi alla televisione e da ieri, e per tutta la durata dell’emergenza, ogni giorno i fedeli potranno seguire su Tv 2000 la messa celebrata alle 19 al Santuario del Divino Amore.

Si è scelto di iniziare mercoledì, giorno nel quale il vicario del papa, il cardinale Angelo De Donatis, ha invitato alla preghiera e al digiuno per chiedere l’intercessione della Madonna, perché Dio protegga il mondo dal coronavirus, la peste del 2020.

Parole antiche che tornano a risuonare con nuovi echi nella Chiesa moderna, usa ad altri registri.

Il Papa ha voluto intervenire con un videomessaggio alla prima messa, stando attento, però, a non sovrapporre la sua figura alla celebrazione eucaristica.

Un cenno fugace, quel video, solo per portare all'attenzione dei fedeli l'iniziativa; una mera indicazione a dove guardare. Vibrante anch’esso di registri antichi, dato che si conclude con il Sub tuum praesidium (“Sotto il tuo presidio”), la più antica preghiera mariana.

La Chiesa di Roma fa la sua mossa, per i suoi fedeli e quelli del mondo intero, più che sconcertati dal fatto che, nel cuore della cristianità, al popolo di Dio sia negata, giocoforza, la messa. Non accadeva dai tempi delle persecuzioni di Diocleziano.

L'iniziativa della Diocesi è in sintonia con altre, ad opera di sacerdoti, religiosi e parrocchie d'Italia, che hanno affidato città e paesi ai santi, all'arcangelo Michele e alla Madonna, come accadeva un tempo nelle calamità.

Divino amore
Foto di Massimo Quattrucci

E forse il Divino Amore è stato scelto proprio perché la sua storia recente ha conosciuto analogo affidamento, quando, in Roma occupata dai nazisti, il Papa si recò al santuario romano, nell'ora più buia, per chiedere la salvezza della città eterna.

Capitava, allora, che a tale intercessione guardassero anche occhi meno pii. Come accadde a Stalin, feroce persecutore dei cristiani, che, vista la disfatta dell'esercito russo per mano nazista, diede ordine di far sfilare in processione l'icona della Beata Vergine di Kazan a Leningrado, Mosca e Stalingrado.

Per restare nel campo della dialettica comunismo-cristianesimo, si può annoverare tra queste convergenze parallele anche la poetica e immaginaria, ma non per questo meno realistica, immagine di don Camillo che, Brescello inondata, resta nella sua chiesetta allagata.

E da qui, invia parole di speranza ai cittadini di là dal fiume ormai tracimato, toccando il cuore dei paesani e soprattutto, come sempre, quello del suo acerrimo amico-rivale, il "compagno" Peppone.

Ma per tornare alla messa del Divino Amore, va annotato che sembra segnare anche un qualche punto di svolta, seppur forse transitorio, del pontificato di Francesco, dato che, finora, per media e vaticanisti, la Chiesa sembra aver coinciso solo e soltanto con la figura papale.

In questa calamità, al centro della Chiesa di Roma, e del mondo, non c'è il Papa né il Vaticano, ma la Madonna e un santuario in fondo ignoto al mondo, anche cristiano, ché il Divino Amore non è Lourdes né Fatima e neanche Međugorje.

Come al centro torna la celebrazione eucaristica che, chiusa ai fedeli, resta aperta in modo nuovo, anche se in via transitoria, che comunque permette loro di parteciparvi non solo con gli occhi e col cuore, potendo essi ricorrere alla comunione spirituale, la cui formula antica torna attualissima.

C'è anche un altro rimando sottotraccia in tutto questo, dato che ciò accade nella più dura Quaresima che l'Italia ha conosciuto dal dopoguerra.

La Quaresima è tempo di preghiera e penitenza in vista della Pasqua del Signore. E ricorda i 40 giorni che Gesù passò nel deserto prima di iniziare la sua missione tra gli uomini.

La quarantena volontaria di Gesù e la quarantena cui costretta l'Italia tutta in questi giorni va così a coincidere temporalmente, convergenza che certo si sarebbe evitata volentieri, ma così è.

Il Divino amore
Foto di Massimo Quattrucci

Così il tempo degli uomini va a coincidere con quello della Chiesa, che di fronte a tanto dolore e terrore, ricorre agli usati, vecchi, arnesi del mestiere, che si riducono a poca cosa, cioè l'essenziale: la messa, i sacramenti, la preghiera.

Per quanto riguarda quest'ultima, che poi è l'unico arnese che può maneggiare in proprio il fedele, segnaliamo l'esistenza di un libretto dal titolo "Chi prega si salva" (clicca qui per saperne di più), che contiene le più semplici preghiere della tradizione cristiana, quelle che si imparano da bambini e dimenticate nel tempo.

Ha due introduzioni autorevoli: Benedetto XVI e Francesco, forse l'unico libro della storia della Chiesa che ha avuto la ventura di ricevere il placet di due papi.

Piccolo libro che può aiutare in questi tempi di coronavirus, il "demone", come un altro comunista, il presidente cinese Xi Jinping, ha definito il morbo che affligge tanti e impaura le moltitudini.

Sub tuum praesidium:

Sub tuum praesídium confúgimus,
sancta Dei Génetrix;
nostras deprecatiónes ne despícias in necessitátibus,
sed a perículis cunctis líbera nos semper,
Virgo gloriósa et benedícta

Comunione sprirituale:

Gesù mio,
io credo che sei realmente presente
nel Santissimo Sacramento.

Ti amo sopra ogni cosa
e ti desidero nell’ anima mia.

Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.

Come già venuto,
io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai
a separare da te.

Amen.

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