Fumata bianca

Il Papa avverte la Chiesa: ecco l'ultima decisione

Il decreto sui Movimenti ecclesiali non sconvolgerà la vita della Chiesa. Ma c'è comunque chi si dice preoccupato per le decisioni prese dal pontefice

Chiesa, il Papa avverte i Movimenti: ecco l'ultima decisione

Nella Chiesa prende piede il concetto di turn over. Il Papa innovatore, prima ancora di Traditionis Custodes e della mossa sulla Messa in latino, ha messo un altro punto. Un decreto emanato dal Dicastero per i Laici, per la Famiglia e per la Vita ha posto dei limiti ai mandati di coloro che presiedono i Movimenti ecclesiali.

Esistono delle eccezioni: parlare di rivoluzione risulta fuorviante. Così come pensare che Francesco e il Vaticano abbiano agito per preparare il terreno alle "cacciate". Anzitutto l'articolo 5 del provvedimento dispone che "i fondatori potranno essere dispensati dalle norme di cui agli articoli 1, 2 e 4 dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita". Cioè, tra i vari punti, si legge che i riferimenti carismatici, le personalità dalle cui idee sono nati questo o quel Movimento ecclesiale, potranno restare al loro posto. E non è un dettaglio di poco conto. Poi, un po' come avviene per i sindaci delle amministrazioni comunali, in Santa Sede è stata percepita la necessità di una pausa dal mandato, non di un'estromissione definitiva: "Trascorso il limite massimo di dieci anni, la rielezione è possibile solo dopo una vacanza di un mandato" si apprende sempre dal decreto.

Una novità sostanziale c'è, qualcosa che attiene ad un'impostazione generale: chi governa un Movimento può rimanere in carica soltanto cinque anni. E se l'organo è "internazionale", allora il limite si estende ad una decade. Ma solo in quel caso. Dopo la vicenda della Comunità di Bose, è normale supporre che Jorge Mario Bergoglio abbia voluto inviare un segnale a tanti: nessuno, neanche i fondatori, sono "al di sopra della regola della comunità". Valeva per Enzo Bianchi, varrà un po' per chiunque. Al netto dei distinguo tra una "Comunità" ed un Movimento ecclesiale. Il Santo Padre non vuole "distorsioni": lo ha ribadito anche per la "tridentina". L'appropriazione personalistica di un Movimento fa parte di una logica che il pontefice argentino contesta.

C'è un vento nuovo che spira tra le mura leonine. Un'intenzione che punta a sradicare i correntismi ed evitare fughe in avanti nel basso dei Movimenti. Come ha notato Aci Stampa, la ratio del decreto può essere rintracciata nella lettera di accompagnamento. Un testo in cui si specifica che "non di rado la mancanza di limiti ai mandati di governo favorisce, in chi è chiamato a governare, forme di appropriazione del carisma, personalismi, accentramento delle funzioni nonché espressioni di autoreferenzialità, che facilmente cagionano gravi violazioni della dignità e della libertà personali e, finanche, veri e propri abusi". É il cardinale Kevin Farrell che firma, ma è la logica del Papa gesuita a parlare. Bergoglio ha agito con questo spirito pure in relazione alle Congregazioni: al cardinale Gherard Ludwig Mueller, dopo appena cinque anni di mandato, non è stato rinnovato l'incarico all'ex Sant'Uffizio.

Il problema, se c'è, riguarda la percezione del decreto. Fonti autorevoli vicine ad un Movimento ecclesiastico hanno spiegato a ilGiornale.it come più di una interpretazione verta sulla possibilità che questo sia solo il primo passo. A preoccupare è la tendenza generale, semmai, non tanto il contenuto delle nuove regole.

Possibile immaginare una Chiesa in grado di limitare oltremodo i Movimenti ecclesiali? Quanto le "norme generali" potranno interferire con quelle "particolari", ossia quelle che regolano i Movimenti al loro interno?

La narrazione secondo cui papa Francesco sarebbe contento di ridimensionare i Movimenti ecclesiali fa parte di un filone che attiene all'atteggiamento che il Santo Padre ha riservato a quelli non ecclesiali. Bergoglio, con il suo pontificato, ha dato grande spazio ai Movimenti popolari, che tuttavia operano al di fuori della Chiesa, pur portando avanti, in molte circostanze, istanze che l'ex vescovo di Roma condivide in pieno. Si pensi ad alcuni Movimenti popolari che operano in America Latina, alle organizzazioni che combattono per l'introduzione dell'ambientalismo tra le priorità della agende delle istituzioni internazionali e così via. Anche per questo la suggestione di una rottura tra i Movimenti e il Vaticano ha fatto capolino tra le preoccupazioni.

E forse, tra chi dipinge scenari di scontro, c'è sia chi vuole scongiurare la rottura sia chi vuole favorirla.

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