Il Papa riunisce i vescovi. La nuova tappa della Chiesa

Il Papa traccia la rotta per il prossimo Sinodo. "Costruiamo una Chiesa diversa", dice il pontefice. Manca un solo anno alla rivoluzione

Il Papa riunisce i vescovi. La nuova tappa della Chiesa
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Papa Francesco inaugura la fase che precede il "Sinodo sulla sinodalità", un appuntamento voluto con forza da Jorge Mario Bergoglio ed una tappa che arriverà in un momento chiave per il futuro della Chiesa cattolica.

"Sinodalità" è un concetto sui cui il pontefice argentino ha insistito in più circostanze durante questi otto anni sul soglio di Pietro. In sintesi, vuol dire che l'ex arcivescovo di Buenos Aires è convinto che i processi di cambiamento debbano partire dal basso e non dall'alto delle istituzioni. Certo, è comunque il Papa che decide, ma le evoluzioni tutte non possono che coinvolgere la Chiesa cattolica nella sua interezza, condividendone le necessità ed i passaggi.

Sulla scia di questa impostazione pastorale, il Papa riunirà i vescovi a Roma a partire dall'ottobre del 2023, ma spinge sin da ora affinché un Sinodo interessi in breve tempo la Conferenza episcopale italiana, che ci sta lavorando. "Sinodalità" è insomma una parola con cui siamo destinati ad avere maggiore dimestichezza. Ma cos'è un Sinodo? Anzitutto vale la pena chiarire che un Sinodo non è un'assemblea deputata a prendere questa o quella decisione.

Come abbiamo visto con l'ultimo caso del Sinodo sull'Amazzonia, gli ecclesiastici che vengono riuniti dal Papa dibattono su alcuni punti. Gli stessi che poi vengono portati all'attenzione del sovrano pontefice. Ricevuto il testo, il successore di Pietro pubblica un'esortazione apostolica, che può o non può accettare gli esiti dei lavori sinodali. Dunque, non è detto che tra quanto disposto dal Papa e quanto emerso durante il Sinodo vi sia piena coincidenza. Nel caso dell'appuntamento sinodale sull'Amazzonia, i progressisti avrebbero voluto - ad esempio - che papa Francesco approvasse i viri probati ed il diaconato femminile, ma non è andata così.

Nella specifica circostanza del Sinodo di cui si inizierà a discutere da oggi, invece, gli argomenti all'ordine del giorno potrebbero interessare le basi ecclesiologiche della Chiesa del futuro. Una istituzione che dovrà guardare pure al metodo. Le "parole chiave" individuate da Bergoglio sono tre: "missione", "comunione" e "partecipazione". Il primo pontefice gesuita della storia vorrebbe che tutte e queste istanze dell'"essere Chiesa-" prevedessero la "sinodalità", che - ribadiamolo - è una istanza introdotta con forza da quando i cardinali hanno deciso che a succedere a Ratzinger sarebbe stato un sudamericano. La Chiesa cattolica, con questo passaggio, non diventerà una "democrazia", ma è chiaro che, in specie rispetto alle modalità precedenti a quelle che Bergoglio vorrebbe introdurre, in atto ci sia una mutazione profonda in materia di percorsi decisionali. Perché il pontefice vuole che la Chiesa cammini all'unisono.

Sullo sfondo dell'appuntamento sulla "sinodalità", c'è in poche parole il tipo di Chiesa cattolica che l'umanità conoscerà nel futuro. Introducendo il tutto, Bergoglio ha detto pure quanto segue: "Non bisogna fare un'altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa", ha fatto presente, nel citare un documento sul tema che è stato stilato dal cardinal Yves Congar. L'ex arcivescovo di Buenos Aires, come specificato sull'Agi, vorrebbe edificare una Chiesa "aperta alla novità che Dio le vuole suggerire". E il tutto, per l'appunto, dovrebbe avvenire "camminando insieme". Poi il Papa ha fornito, per così dire, una mappa a coloro che prenderanno parte ai lavori: "Il Sinodo quindi è un percorso da compiere insieme per cogliere grandi opportunità, per diventare una Chiesa della vicinanza, per tornare sempre allo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza", ha chiosato.

Difficile pronosticare l'arrivo d'imminenti rivoluzioni dottrinali. Più probabile che con questo Sinodo il Papa ed i vescovi pongano le basi per dei cambiamenti sostanziali. Per sciorinare punto per punto le questioni, però, bisognerà quantomeno attendere la pubblicazione del documento presinodale.

Del resto, un anno intero separa i vescovi dalla celebrazione della riunione che potrà sancire novità sostanziali. Adesso, per la Chiesa, arriva soprattutto il momento del discernimento. Poi si inizierà a dibattere di singoli punti dottrinali.

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