Che fine hanno fatto le partenze intelligenti? Basta osservare spiagge e luoghi diversi di villeggiatura per comprendere che il tempo della paura è finito, o meglio è sospeso, il lungo confinamento ha portato alla fuga, alla liberazione dal domicilio coatto, alla corsa verso una zona qualunque, bar, ristorante, lido, campagna, per issare nuovamente la bandiera della vita libera. Purtroppo anche spericolata se si considera l'ignoranza di molti che, all'interno di esercizi pubblici, negozi e bar, vanno via sciolti, senza mascherina, a stretto contatto di gomito ma non nel senso del protocollo e delle sue linee guida ma proprio «vicinivicini», perché tanto il virus se ne è andato, il sole è alto e caldissimo, il mare spumeggia, la montagna profuma di ginepro (bah), è finalmente l'ora felice, detta happy hour.
Sono saltate le marcature, da una parte gli appelli di Speranza, ministro della Salute, dall'altra sodali del medesimo che se ne infischiano delle norme e mostrano musi e panze, due pezzi e celluliti varie, l'Italia offre le sue chiappe chiare, sfidando il male, mettendo da parte l'ansia e l'angoscia che ci avevano accompagnati e tormentati per mesi troppo lunghi. Verrà l'autunno e avrà i suoi occhi, cadranno le foglie e, stando ai virologi, tutto questo affollamento dovrà fare i conti con la ricaduta probabile. Una è sicura, quella della cassa, soldi rari, costi alti e, con le prime nebbie, salirà il senso di smarrimento. Costretti, questo è il paradosso, ad evitare viaggi all'estero, mete caraibiche e siti a rischio, i fratelli d'Italia hanno riscoperto la bellezza dei nostri borghi affini, si sono dati raduno lungo il bel Paese, riempiendo la qualunque. Sono tornate le code in autostrada, complici di lavori in corso che erano stati sospesi da marzo a giugno (ma che bella idea, caro governo), percorsi difficili tra deviazioni e chiusure improvvise, non credo che il premier Conte, segnalato nella provincia di Brindisi, abbia dovuto affrontare simili complicazioni, a lui piace la frase «Lo Stato c'è» ma su quei viadotti lo Stato è un «attimino» distratto.
Ciò nonostante abbiamo superato l'ostacolo, con qualche piccolo accorgimento, tipo la mascherina chirurgica usata un tot di volte ma tenuta accanto alle chiavi, al telefonino e alle gomme da masticare, nel piccolo tunnel vicino al cambio dell'autovettura. A proposito, viste imprevedibili versioni della famosa misura di protezione, fauci di squalo, ghigno di Batman, linguaccia degli Stones oppure una coppa del reggiseno, una busta della spesa.
Dinanzi a tale teatro dell'orrore, alla folla tra gli ombrelloni, al caos del traffico, alla fila in panificio e al supermarket e alla maleducazione crescente, monta la voglia di un nuovo lockdown. Non per respingere il virus ma gli imbecilli.
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