Parco delle Valli, la riserva naturale in mano ai rom

Tra accampamenti abusivi, sporcizia e prostituzione il Parco delle Valli, nella periferie Nord Est di Roma, vive in un completo stato di abbandono

Parco delle Valli, la riserva naturale in mano ai rom

Villa Borghese, Villa Doria Phampili e Villa Ada. Quando si pensa alle grandi aree verdi di Roma la mente vola a questi tre grandi polmoni verdi. Non tutti sanno, però, che la Capitale ospita la riserva naturale della Valle dell’Aniene, al cui interno c’è il Parco delle Valli.

Il degrado del parco

Più di dieci ettari di verde immersi nel cuore del rione Conca d’Oro, nella periferia Nord Est della Capitale adiacente a Montesacro. Un paradiso per le famiglia con bambini, se non fosse per alcuni insediamenti abusivi di rom nel canalone fluviale che costeggia i binari della stazione ferroviaria abbandonata di Val d’Ala (guarda il video). Nascosti dalla vegetazione decine di rom di origine rumena si sono insediati costruendo delle capanne con i rifiuti trovati nei cassonetti della spazzatura. Intere famiglie vivono, mangiano, dormono ed espletano i loro bisogni tra sporcizia, topi, rifiuti bruciati e refurtiva di vario genere.“La fermata Val D’Ala, costata circa 650 mila euro ai cittadini, serviva per collegare i residenti alla stazione Tiburtina in maniera diretta ma, poi, hanno visto che non era redditizia e hanno deciso di chiuderla, lasciandola al degrado. Ora è ricettacolo di persone che si accampano nel sottovia della stazione e di persone che vanno a consumare sesso con le prostitute”, spiega a ilGiornale.it Francesco Filini, esponente locale di Fratelli d’Italia.

La prostituzione fuori e dentro il parco

Una situazione che preoccupa i residenti, come ci spiega il signor Lino del comitato Prati Fiscali, nato cinque anni fa per combattere il fenomeno della prostituzione e del degrado perché “qua non si vive più”. “Abbiamo fatto varie manifestazioni per mesi e mesi e, purtroppo, non abbiamo risolto nulla”, dice sconsolato. "La notte queste ragazze fanno chiasso, accendono il fuoco e vanno a consumare nel prato dove addirittura ci sono persino i divani”, aggiunge Lino che rivela: “A volte è capitato che queste signore si mettano persino dentro i giardini condominiali a consumare le loro prestazioni sessuali tanto”. Il problema è che, persino di giorno, si possono vedere delle ragazze rom vendere il proprio corpo lungo il ciglio della strada a percorrenza veloce, via Prati Fiscali. Anche vicino alla scuola materna che si trova di fronte al parco, è possibile trovare profilattici usati gettati per terra.

Gli accampamenti abusivi di rom

In questo contesto, intanto, gli accampamenti abusivi non cessano di esistere e, anzi, ultimamente sono cresciuti in maniera esponenziale (guarda le foto). “Qui la situazione è ciclica, è come un formicaio. Butti giù e dopo 10 giorni ti ritrovi di nuovo un accampamento”, ci spiega Maurizio Caserini che, a tal proposito, ci ricorda che “nell’estate 2015, in occasione della Festa dell’Unità, la sinistra aveva sgombrato l’area per evitare che si vedesse questo scempio ma, poco dopo, tutto è tornato come prima”.

Non solo. Secondo Filini “esiste sicuramente un’organizzazione che controlla e gestisce questi spazi e, quando arrivano delle persone dalla Romania, sanno che si possono accampare qui e vivere come bestie in condizioni disumane”.

In questi canaloni ci vivono anche dei bambini “quegli stessi che vanno a rovistare tra i cassonetti o vanno a rubare nei condomini vicini e che loro stanno ben attenti a nascondere”, rivela Filini. Lo scandalo è che tutto questo avviene in una riserva naturale che, in teoria, sarebbe gestita da un ente che dipende dalla Regione Lazio, Roma Natura che “qui, in pratica non si è mai vista”, denunciano i residenti.

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