Il partito del 40% purtroppo c'è già

Astenuti, indecisi e delusi dalla politica: ecco quel "partito" di italiani che non vota e che da sempre è ago della bilancia

Il partito del 40%  purtroppo c'è già

Il partito del 40 per cento esiste, ma non vota. Non è un miraggio. Non è un'astrazione. Solo che non ha leader, non ha bandiere, non va in televisione, non fa congressi e come colore ha un drappo bianco o trasparente. Non è quello di Grillo e tantomeno quello di Renzi. Eppure questo partito che ama nascondersi sotto il mantello magico dell'invisibilità è pronto a sfondare il quorum e a mettersi in tasca il premio di maggioranza sopravvissuto alle forbici della Corte costituzionale sull'Italicum. Questo è l'unico partito che non avrebbe problemi a governare. Palazzo Chigi è suo, solo che la poltrona che adesso occupa Gentiloni resterebbe vuota, come il più rarefatto simbolo di democrazia. Quel posto vuoto è un simulacro, una provocazione, una rivolta, una disillusione, l'approdo di chi non crede più a nulla, il gesto muto di chi non si sente più rappresentato, l'alzata di spalle di chi tira a campare e sacramenta «tanto sono tutti uguali», menefreghismo, qualunquismo senza sponde o un segno metafisico di anarchia. Fatto sta che tutti insieme puntano alla maggioranza. E lo fanno proprio adesso che i partiti si spacchettano, ognuno con la sua riva da raggiungere. Quelli che appunto sognano il 40 per cento, ma che adesso, dopo batoste o cadute sentimentali, lo vedono scomparire all'orizzonte. Quelli che riscoprono un destino da ago della bilancia o si accontentano di battere il vicino di casa: io ho preso il 15 e tu il 13 e allora comando io. Quelli che ballano sulla linea di sopravvivenza e benedicono il 3 per cento. Quelli che danzano sulle punte di un centro sempre più piccolo o di una sinistra ancora più a sinistra sparpagliata come coriandoli. Nessuno di loro in questa democrazia in cerca d'autore ha la forza e il numero di chi non vota, diserta o si astiene. L'ultima fotografia arriva da un sondaggio Emg e lo racconta Corrado Formigli a Piazza pulita. Gli astenuti sono il 37,3 per cento, le schede bianche o nulle il 2,1. Siamo già a 39,4. Gli indecisi sono il 17,6. Molti di loro prima o poi troveranno pace, ma uno 0,6 per cento che resta indeciso fino all'ultimo ci sarà. Eccolo allora quel 40 per cento che nell'attribuzione dei seggi non conta nulla, ma di fatto rappresenta più di qualsiasi altro le viscere degli italiani.

I partiti, quelli in carne e ossa, ne parlano ma non li vedono. E qui c'è da interrogarsi su questo fenomeno. Non li vedono perché sono invisibili? Forse no. Forse non li vedono perché semplicemente la politica da troppo tempo è cieca. Questa è una storia che qualcuno ha già raccontato. È letteratura. È finzione. È profezia. È verosimile e quindi più vera del vero. L'autore non c'è più. È portoghese e premio Nobel. Si chiama José Saramago e il romanzo è Saggio sulla lucidità.

È il giorno delle elezioni. Siamo in una città imprecisata di un paese imprecisato. Probabilmente in Occidente. Piove. Piove come poche volte. Gli scrutatori sono stravaccati in attesa che arrivi qualcuno. I politici preoccupati. Il tempo migliora e la paura del boicottaggio sembra passare. Ci sono file di elettori in ogni seggio. Il peggio è scongiurato, ma la sorpresa arriva quando si aprono le schede. Bianca, bianca, bianca, bianca. Il 70 per cento è un voto in bianco. Sconcerto, sarcasmo, scherno. La stampa parla di «uso dissoluto del voto» e presto l'elezione diventa la «congiura delle schede bianche». Il potere reagisce male. Il governo dichiara lo stato di emergenza, poi lo stato d'assedio, poi ritira la polizia e tutti gli apparati governativi e infine chiude del tutto la città, come se fosse in quarantena. Che fa un popolo senza governo? Nulla. Non succede nulla. Non un omicidio, non un pestaggio, addirittura nessun furto. La politica per la prima volta è costretta a vedere gli astenuti.

Questa storia è finzione. Ma il popolo degli invisibili si sta prendendo il quorum. La «cecità» è un'epidemia. La cura non arriva dall'alto e neppure dal basso.

La causa è una politica che si ostina a guardarsi l'ombelico. Nessuno ha una pozione magica e di certo le piazze sono piene di imbonitori e venditori di intrugli ed elisir miracolosi. I romanzi ogni tanto vedono oltre. Non dite che nessuno vi aveva avvertiti.

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