Il partito comunista cubano "dedica" un paginone a Bergoglio

Bergoglio impaginato su Granma, il quotidiano del partito comunista cubano. Ecco i "cinque momenti" chiave del suo pontificato secondo l'organo ufficiale dei comunisti cubani

Il partito comunista cubano "dedica" un paginone a Bergoglio

Bergoglio analizzato e commentato su Granma, che è il nome del quotidiano ufficiale del Partito Comunista di Cuba. Il 16 marzo scorso, quindi qualche giorno dopo il quinto anniversario dell'elezione al soglio di Pietro, a Papa Francesco è stato dedicato un paginone.

Da quando l'ex arcivescovo di Buenos Aires si è recato in viaggio sull'isola sono passati tre anni, ma da allora il giudizio dei cubani sul pontefice non sembra cambiato. "Essere il primo sommo pontefice latinoamericano - si trova scritto sul quotidiano citato - non è ciò che più identifica l’argentino José Mario Bergoglio, papa Francesco dei cattolici. Ora che sono passati cinque anni dal suo papato, con idee meditate e senza fretta, si può dire che Sua Santità è caratterizzato da spontaneità e intensa proiezione verso i più diseredati”. Un vero e proprio elogio, quindi, specie per la visione sociale incarnata dall'uomo, prima ancora che dal papa.

Granma ha sottolineato poi quali sono, secondo il punto di vista dell'organo di partito, i cinque "momenti chiave" del magistero di Jorge Mario Bergoglio: la scelta del nome, anzitutto. Mediante la quale il pontefice avrebbe sin da subito chiarito chi sarebbero stati i suoi interlocutori privilegiati: i poveri. Una prima fase caratterizzata anche dalla riforma del codice penale, che ha esteso le fattispecie previste sui reati ai danni di minori.

Poi, la pubblicazione dell'enclicicla Laudato sì, che com'è noto riguarda la salvaguardia dell'ambiente (qualcuno ha persino parlato di ambientalismo papale) e la qualità della vita degli uomini sulla terra. E ancora, al terzo punto, si trova la richiesta di perdono fatta dal Santo Padre in Bolivia nel luglio del 2015, quando il pontedice ha chiesto scusa "non solo per le offese della stessa Chiesa, ma per i crimini contro le popolazioni indigene". In quarta posizione, invece, si trova l'incontro a Cuba. Il 13 febbraio del 2016, il papa ha abbracciato sull'isola comunista il patriarca Kirill: per la prima volta, nella storia delle religioni, dallo scisma del 1054. Cronologicamente, infine, viene citata la visita pastorale in Colombia dello scorso settembre.

"Ogni sforzo di pace, senza un sincero impegno di riconciliazione - ha detto in uno degli incontri di quel viaggio il papa -sarà un fallimento; riconciliarci non significa ignorare le differenze o legittimare le ingiustizie; l’odio non ha l’ultima parola".

"Cinque momenti" per ribadire con quanta attenzione e simpatia Cuba guardi all'attuale pontefice della Chiesa cattolica.

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