Coronavirus

Zaia: "Passaporto per chi si vaccina, lo chiederanno hotel e aerei"

Il governatore del Veneto Zaia esclude un caso Veneto: "Tanti tamponi, tanti contagi". Rapporto positivi/test falsato: "Il governo sbaglia a registrare i dati"

Zaia: "Passaporto per chi si vaccina, lo chiederanno hotel e aerei"

Il primato di contagi del Veneto nasconderebbe un errore di calcolo. A dirlo è il governatore Luca Zaia che, intervistato dal Corriere della Sera, non ci sta a far passare la sua regione come "un lazzaretto"."In Veneto la situazione è assolutamente seria, e lo sarà fino a quando avremo dimesso l’ultimo paziente. Il Covid è un incubo. Ma - dice Zaia - da qui al leggere i dati senza la necessaria consapevolezza, ce ne corre". Insomma, i numeri sono falsati per colpa del governo che sbaglia a registrare i dati.

Rapporto postivi/tamponi: perché i conti non tornano

A spiegare la scalata della classifica dei contagi del Veneto è la quantità record di tamponi giornalieri effettuati. Ma non solo. Secondo il presidente della Regione, il mancato conteggio dei test rapidi (ma non dei casi risultati positivi) nel computo totale dei tamponi processati falserebbe il tasso di positività. "Noi da sempre facciamo un gran numero di tamponi rapidi. Che però, sulla base della circolare del febbraio scorso, non possono essere inclusi nella statistica. O meglio: i positivi sono contati, ma il loro numero viene caricato sui soli tamponi molecolari. Ma nei prossimi giorni, questo cambierà".

E se i tamponi rapidi venissero conteggiati il Veneto avrebbe valori addirittura al di sotto della media nazionale. "La verità è che la nostra regione - aggiunge il governatore - in ottobre aveva il 5% dei positivi sui test, in novembre e dicembre l’8%. Mentre la media nazionale è del 12,48%. Il tasso di positività oltre il 36% non esiste".

L'affondo di Zaia sul sistema a zone di Conte

Ai rumors sui dati truccati dalla Regioine per rimanere zona gialla, Zaia controbatte duro, alludendo alle crepe dimostrate dal sistema di classificazione a colori voluto da Conte. "Il decreto delle zone è di ottobre. Introduce 21 parametri pensati dalle più illustri menti scientifiche a livello nazionale. Se il Veneto non ha mai superato i parametri per entrare in zona arancione, io ne prendo atto. Peraltro, - rileva il governatore - ci sono aree che hanno fatto due settimane di arancione senza aver risolto il problema. Ma non posso accettare che si dica che il problema dell’algoritmo sia un problema nostro o che ci siano numeri taroccati per restare in zona gialla».

Passaporto sanitario per i vaccinati: il Veneto è pronto

Sulla questione vaccino, Zaia taglia corto senza risparmiare una frecciata al collega campano De Luca, bersagliato dalle critiche per essersi vaccinato senza aspettare il proprio turno. "Io certamente mi vaccinerò. Ma soltanto quando arriverà il mio turno. Perché - bacchetta Zaia- ogni vaccino che non arriva a chi ne ha più bisogno è un’opportunità persa. Ho detto ai miei direttori generali di non vaccinarsi: perché i vaccini, nella prima fase, servono per chi sta nelle terapie intensive, non per chi sta in ufficio. Al momento, ci sono arrivate 875 dosi. Ma quando ce ne daranno altre, noi siamo prontissimi: abbiamo una macchina da guerra vaccinale".

Mentre sull'obbligo o meno del vaccino anti Covid, il governatore non usa mezzi termini, sottolineando la necessità di garanzie per ritornare alla normalità: dal volo in aereo al soggiorno in hotel. "Credo che ormai i tempi siano maturi per un passaporto sanitario. Il vaccino certamente è volontario, ma chi rappresenta un rischio per gli altri avrà dei problemi. Le compagnie aeree hanno iniziato a dire che vogliono passeggeri con la garanzia del vaccino, ma presto cominceranno a chiederlo le strutture ricettive, gli spazi per congressi e via dicendo.

In Veneto, certamente, potremo provvedere rapidamente: siamo stati la prima regione a istituire un’analisi vaccinale che oggi è aggiornata e digitalizzata".

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