Pastore sporco costringeva moglie al sesso: condannato in Cassazione

Tornato dal pascolo, obbligava la consorte a rapporti sessuali senza pensare alla propria igiene personale. Il tribuanle ha dato ragione alla donna

Assolto in Appello, condannato dalla Corte di Cassazione. Un pastore siciliano, che costringeva la moglie a rapporti sessuali senza preoccuparsi della propria igiene personale, è stato codannato a due anni e sei mesi per violenza sessuale.

Al rientro dal pascolo, l'uomo di Caltagirone imponeva alla moglie di fare sesso senza "praticare alcuna igiene e pulizia del proprio corpo". Un'abitudine che di certo non piaceva alla consorte, che più volte aveva chiesto al marito di farsi almeno una doccia.

Il pastore, 54enne, aveva ricevuto nel 2007 una prima condanna per violenza sessuale. La Corte d'Appello aveva poi alleggerito la condanna, sostenendo che anche se l'uomo immobilizzava la moglie, bloccandole le mani, bisognava comunque parlare di rapporti "consumati consensualmente", poiché l'unica remora della donna riguardava "la scarsa igiene del marito".

Dopo l'Appello, il ricorsa della alla Cassazione, che aveva ribaltato la sentenza, spiegando che i rapporti, "imposti con la forza dall'uomo, erano e restavano violenti". Una tesi sostenuta poi nel processo d'Appello bis.

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