Il Pd manda allo sbando Bologna per favorire i migranti

Periferie abbandonate, centro storico in mano ai migranti e case popolari assegnate agli stranieri. A Bologna il Pd si dimentica degli italiani e consegnano la città al degrado

Il Pd manda allo sbando Bologna per favorire i migranti

Bologna, con un hub che negli ultimi 24 mesi ha ricevuto 20mila migranti, è arrivata a un livello di saturazione i cui effetti si riflettono sui residenti dato che i profughi sono liberi di girare senza essere sottoposti a una qualche forma di controllo”. È questo il grido d'allarme che il consigliere regionale emiliano di Forza Italia, Galeazzo Bignami, lancia quasi quotidianamente per denunciare una situazione che, come dimostrano i fatti di Goro e Gorino, è già esplosiva anche nel resto dell'Emilia Romagna.

I dati dell'accoglienza a Bologna

A Bologna, secondo il dossier statistico immigrazione 2016, realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con l'UNAR, ci sono 68 strutture per l’accoglienza dei profughi per complessivi 1134 posti letto. A questi si aggiungono quelli del progetto Vesta che prevede la facoltà da parte di una famiglia di ospitare un migrante neomaggiorenne a fronte di un rimborso spese pari a 350 euro al mese per un periodo di 6-9 mesi. Il centro più importante è l’hub regionale ‘Centro Mattei’ per lo smistamento dei migranti, dal 2014 ad oggi, ha visto l’arrivo di 21841 persone di cui ben 10088 soltanto nel 2016. Tale hub, però, ha una capienza di soli 334 posti, mentre l'hub per minori stranieri non accompagnati (MSNA) di via Siepelunga può accogliere al massimo 80 persone. Per il resto, oltre all'l’hub ‘Centro Mattei’ per gli adulti e a 3 hub per minori, ci sono 32 Cas, 17 Sprar per adulti e 15 Sprar per minori. Il problema, come spiega la leghista Lucia Borgonzoni, è che “la giunta del sindaco Virginio Merola non fa nulla a parte trovare nuovi spazi per mettere le persone che arrivano all’hub di smistamento regionale che lui stesso ha voluto due anni fa” e così “molti migranti che arrivano lì fuggono prima di essere identificati e poi finiscono nelle mani della criminalità organizzata”.

Le difficoltà delle periferie di Bologna

Al di là dei freddi numeri esistono diversi problemi legati alla convivenza tra bolognesi e stranieri, sia nella zona del centro sia nelle periferie. “Da 15 anni, nella zona dell’università, abbiamo un forte spaccio di droga e fenomeni di microcriminalità, disturbo della quiete pubblica. Il Controllo da parte della Municipale non esiste e l’abuso di vendita di alcol imperversa, mentre i locali restano aperti dopo gli orari stabiliti dal Comune senza che nessuno faccia nulla”, racconta Loris Folegatti, presidente di un comitato di quartiere della zona vicino alla centralissima piazza Verdi dove la microcriminalità dilaga. “Si va dalle rapine alla gente che dietro un angolo della strada sta avendo un rapporto sessuale oppure sbandati che ti aggrediscono con colli di bottiglia rotti e le due o tre macchine della polizia stazionano a piazza Verdi e da lì non si muovono”, aggiunge Folegatti. Si tratta di una zona invivibile dove gli spacciatori sono anche consumatori della droga che vengono e spesso compiono delle aggressioni con le siringhe in mano. Nel vicino mercato della Montagnola, invece, questa estate ci sono stati degli arresti di spacciatori stranieri che avevano il braccialetto del centro di smistamento. Secondo la consigliera Borgonzoni “il Comune per anni ha pensato di tenere il problema degrado confinato qui dove noi della Lega volevamo chiudere la campagna elettorale ma, per impedircelo, gli antagonisti hanno usato delle balle di fieno e hanno bloccato la strada”.

Un altro quartiere di Bologna molto ‘socialmente caldo’ è Navile che racchiude l’area della Bolognina dove vi è una forte concentrazione di migranti che abitano nelle case popolari delle palazzine Acer. Il Comune di Bologna assegna oltre il 60% degli alloggi comunali agli stranieri e la Bolognina è "ormai un ghetto al contrario dove gli italiani sono una minoranza”, spiega Graziella Tisselli, consigliera di centrodestra del quartiere Navile, che dieci anni fa ha fondato il comitato Donne della Bolognina.“All’epoca, io e le mie coetanee, - spiega - avevamo bambini piccoli e molta paura di vivere in luogo degradato e insicuro come questo dove tutt’ora le risse sono quasi quotidiane e in cui dovevamo chiedere il permesso agli spacciatori di farci entrare a casa perché si mettevano davanti ai portoni dei palazzi per concludere i loro loschi affari”. Gianni Zuppiroli, presidente comitato cittadini Navile, descrive come le diverse etnie si sono suddivisi i compiti della microcriminalità:“Lo spaccio lo fanno gli africani, scippi e rapine lo fanno neri, rumeni o gente dell’Est Europa. A pochi metri di distanza, in via Erbosa c’è un campo rom con 46 famiglie che vivono di spaccio di smercio di droga ed espedienti vari”.

Il Pd favorisce gli immigrati per le case popolari

Nonostante tutto questo l’atteggiamento della sinistra nei confronti degli immigrati continua ad essere perbenista. Solo poche settimane fa l’ANPI bolognese ha storpiato l’inno italiano per compiacere i migranti, mentre “il Comune ha sempre avuto un atteggiamento blando verso i centri sociali che sono quelli che li difendono e generano degrado con le loro occupazioni abusive”, attacca Marco Lisei, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale.

Come se non bastasse, la maggioranza che sostiene Merola ha recentemente bocciato un ordine del giorno della Lega Nord che intendeva modificare i regolamenti comunali così da introdurre l’obbligo per i cittadini stranieri che vogliono una casa popolare “di fornire la documentazione attestante la situazione patrimoniale all’estero”. Norma che avrebbe smesso di favorire gli immigrati nell’assegnazione delle case ma, ancora una volta, il Pd ha preferito favorire loro piuttosto che i bolognesi.

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