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Le Pen esci da questo corpo! Se Macron sembra Marine

L'esorcismo per Macron: Le Pen esci da questo corpo!

Le Pen esci da questo corpo! Se Macron sembra Marine

Cherchez l'exorciste. Ovvero, Marine Le Pen esci da questo corpo. C'è in Francia un caso anomalo e improvviso di possessione politica. Non è il vecchio e ottocentesco trasformismo. Non è la «riconciliazione con il profitto» di François Mitterrand. Non è la sinistra che si sposta al centro e guarda a destra. Non è neppure Blair che ruba idee alla Thatcher o Renzi che sogna il partito della nazione. Nulla di tutto questo. Qui lo spirito del lepenismo si è incarnato nelle viscere di un quarantenne ottimista e disincantato, stiracchiando il suo sorriso, con lo sguardo che non marcia più con l'inconsapevolezza da ex Erasmus verso l'Europa, ma riscopre l'ombelico. Prima la Francia. Il corpo indemoniato è quello di Emmanuel Macron, ottavo presidente della quinta Repubblica francese. E così sia.

Questo, perlomeno, è ciò che appare a chi è rimasto spiazzato e sorpreso dalla politica nazionalista di Parigi. Macron non tollera, impone. Macron alza i frangiflutti davanti ai cantieri navali di Saint Nazaire e li riporta sotto lo scudo dello Stato. Non lo fa, dopo il fallimento della coreana Stx, titolare del 66% delle azioni, contro generici capitali stranieri. No, il blocco è mirato contro quelli che stanno dall'altra parte, les italiens. E se ne frega degli accordi di buon vicinato del suo predecessore, con la promessa che il gruppo sarebbe passato nelle mani di Fincantieri. Macron riscopre il Mediterraneo non per solidarietà, ma per interesse e si ingegna a tagliar fuori l'Italia dagli affari futuri sulla Libia. Lo fa con una gomitata malandrina a Gentiloni. Macron è europeista come neppure la Germania sa esserlo, perché si appella al passato radioso e, allo stesso tempo, bovarista e esclama: l'Europa c'est moi. È per questo che la Manica da sempre è molto più di un braccio di mare. Gli inglesi si sentono inglesi e preferiscono non avere nulla a che fare con i problemi di chi sta dall'altra parte. I francesi, e non solo loro, non riescono neppure a immaginare che esista davvero una cosa chiamata Europa che ha come capitale non Parigi, ombelico di tutto, ma Bruxelles. Pensano che sia una barzelletta. Macron ama i profughi. Sono i migranti che non sopporta. Così ricorda, non si sa perché sempre guardando l'Italia, che il novanta per cento di chi sbarca nelle terre dell'Unione non lo fa perché fugge dalla guerra e dalle dittature, ma per motivi economici. I pochi, allora, li prende, gli altri proprio no. È così che, giorno dopo giorno, a sentirlo parlare la bella compagnia di gauche, liberal e di sinistra si sente smarrita: mai fidarsi dei giovani ambiziosi. Non c'è traccia neppure del Macron liberista, perché la ragione sociale non è la libertà di mercato, ma il mercato della Francia. Ecco, quindi, il sospetto. Questo Macron non è Macron. Il corpo è suo, ma la voce è della Le Pen, come se Marine fosse una sorta di Arya Stark del Trono di Spade, sacerdotessa del Dio dai mille volti e con il potere di rubare la faccia ai propri nemici. In fondo Game of Thrones non è solo un fantasy. È filosofia politica. È il Machiavelli di questi anni. Solo che Macron non è realmente Marine Le Pen. Macron è sempre stato Macron. Ci ha distratti invece la sua storia d'amore.

Macron, come Mitterrand, ha sempre detto che «la France c'est l'Europe». Quello che invece ci ha illuso è pensare che da questa lunga crisi l'Europa si sarebbe riconosciuta e ritrovata. Non è quello che sta avvenendo. Siamo semplicemente al si salvi chi può. Se l'uomo è lupo per gli altri uomini figuratevi cosa sono le nazioni.

Questa è la guerra dei leviatani.

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