Cronache

Permessi, congedi e licenze: come non lavorare mai senza perdere lo stipendio

Le leggi vigenti, per tutelare diritti sacrosanti, consentono di assentarsi dal lavoro per centinaia di giorni all'anno: e troppi ne approfittano senza averne il diritto

Permessi, congedi e licenze: come non lavorare mai senza perdere lo stipendio

Giornate in malattia, permessi sindacali, assistenza a familiari disabili. E ancora giorni retribuiti per donare il sangue, licenze matrimoniali, permessi per partecipare ad esami e concorsi pubblici. Tutele di diritti sacrosanti e iniziative lodevoli, per carità. Ma troppo spesso anche occasione per abusi indegni di chi li commette.

Calcola oggi La Stampa che tra licenze, permessi e congedi vari, un lavoratore potrebbe assentarsi dal lavoro, incassando regolarmente lo stipendio e senza rischio di incorrere in sanzioni, per quasi 365 giorni l'anno.

Spiega al quotidiano torinese l'ordinario di diritto del lavoro e prorettore della Luiss Roberto Pessi: "Se il signor Caio decide di non lavorare per 365 giorni in un anno può anche riuscirci. Un contratto come quello della grande distribuzione consente assenze per malattia per 175 giorni in un anno senza incorrere in sanzioni."

"Se a questo aggiungiamo 52 sabati e 52 domeniche, 35 giorni di ferie, 36 giorni di assenze legate all’assistenza del parente handicappato - prosegue il professore - E poi ancora le donazioni di sangue e i giorni concessi come volontario del servizio civile arriva praticamente a zero. Non è complicato"

Il problema, naturalmente è quello di garantire il rispetto e la tutela di diritti inalienabili, evitando gli abusi grazie a controlli mirati ma soprattutto efficaci.

Anche perché la casistica è veramente ampia. Consultando lo sterminato "Abc dei diritti" del lavoratore pubblicato sul sito della Cgil, si scopre ad esempio che sposandosi si ha diritto a 15 giorni di licenza matrimoniale, mentre i dipendenti pubblici possono usufruire di 1 a 8 giorni di permesso all'anno per partecipare a concorsi ed esami pubblici.

Chi dona il sangue può sfruttare 24 ore di permesso e anche chi si sottopone alla vaccinazione antitetanica ha diritto ad astenersi dal lavoro per qualche ora. A chi assiste un parente disabile sono concessi tre giorni al mese di permesso retribuito, mentre ai volontari della protezione civile viene permesso di assentarsi fino a dieci giorni consecutivi (trenta in caso di calamità) per simulazioni e formazione.

Permessi analoghi sono riservati ai volontari del Corpo Nazionale del soccorso alpino e speleologico del Club Alpino Italiano, mentre segretari, presidenti e scrutatori dei seggi elettorali possono assentarsi dal lavoro fino a sette giorni, per garantire la regolarità delle operazioni di voto. Il datore di lavoro che neghi loro questa possibilità rischia l'accusa di ostacolo alle operazioni fino a sei mesi. Uno scherzetto che può costare fino a tre mesi.

Un discorso a parte va fatto per i distacchi sindacali, che interessavano fino a 70mila dipendenti pubblici fino ad agosto. Poi il governo Renzi è intervenuto e questo numero è stato dimezzato. Ma tanto lavoro va ancora fatto.

Basta vedere la morìa dei vigili urbani a Roma, tutti improvvisamente malati e donatori di sangue nella notte dell'ultimo dell'anno.

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