La rivolta dopo lo stop di Pfizer. "Ora ci facciano usare Sputnik"

Dopo lo stop delle forniture della Pfizer, il piano vaccinale in Italia sta subendo una battuta d'arresto. Regioni come il Lazio si trovano costrette a sospendere le somministrazioni del vaccino, per garantire i richiami e ora c'è chi chiede a gran voce: "Ci facciano usare lo Sputnik russo"

La rivolta dopo lo stop di Pfizer. "Ora ci facciano usare Sputnik"

Il piano vaccinale in Italia è in crisi. A confermarlo sono i numeri dichiarati da Domenico Arcuri: "Da 80mila persone vaccinate al giorno, con una punta di 92mila, a una media di 28mila al giorno". Tutte le Regioni ora sono in estrema difficoltà. Tanto che sono a rischio persino le seconde dosi per chi è già stato vaccinato nei giorni scorsi. "A noi poco importa che il vaccino sia russo, cinese o tedesco...", ribatte l'Assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato lamentando, come si legge su Repubblica, che la campagna vaccinale nel Lazio sta subendo una significativa battuta d'arresto. "Basta che superi tutti i controlli di qualità e che poi arrivino le fialette, altrimenti saremo costretti a procedere a rilento”.

L'apertura alla Russia

In Italia il caos è montato dopo la riduzione del 20% delle forniture di vaccino decisa da Pfizer. Obbligate ad interrompere le vaccinazioni per garantire i richiami ha chi ha già ricevuto la prima dose, le Regioni iniziano a premere su Arcuri affinché l'Italia guardi anche altrove. E la Russia potrebbe essere il parter ideale con cui iniziare a dialogare. "L'Ema ( l'Agenzia europea del farmaco, ndr) ci faccia usare lo Sputnik - fa notare D'Amato - nelle ultime ore è arrivata anche l'apertura di Angela Merkel al farmaco russo. E sono interessati anche altri Paesi, non solo la Germania. Dobbiamo correre e andare più veloci delle mutazioni del coronavirus”. Come ha già fatto anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, l'assessore della Regione Lazio chiede un'apertura al vaccino russo Sputnik V. “Se il vaccino sarà approvato dall'Ema, potremo parlare di accordi sulla produzione e anche dell'uso”.

La guerra contro il Covid-19 non si arresta e la carenza di forniture da parte di Pfizer, apre quindi nuovi scenari di collaborazione tra Paesi di vedute decisamente differenti tra loro, ma pronti a collaborare. Con più di 20mila casi registrati in Germania, Angela Merkel è pronta a tendere la mano alla Russia: "Al di là delle differenze politiche che sono ampie, possiamo certamente lavorare insieme in una pandemia, in un settore umanitario”.

Le Regioni in difficoltà

Nel Lazio intanto ieri 21 gennaio alle ore 19 sono state effettuate 125.284 vaccinazioni, di cui quasi 7mila richiami. La Regione ha deciso di sospendere la somminstrazione del vaccino anche agli ultra ottantenni per garantire i richiami. Una situazione decisamente difficile, quella che stanno vivendo le regioni italiane, a causa dei ritardi delle forniture da parte di Pfizer. A patire dalle decurtazioni non è solo il Lazio, ma in tutta Italia si stanno registrando numeri pericolosi. A Bolzano il taglio è stato del 57%, per il Veneto del 53% e in il Friuli del 54. Ma Trento è stata la più colpita , con un tagli del 60% nelle dosi.

In quest’ottica quindi, si colloca la richiesta di D’Amato di aprire le porte al vaccino russo, che è stato approvato dall’Istituto Nazionale di Farmacia e Nutrizione dell’Ungheria (OGYÉI), permettendo quindi all’Ungheria di diventare il primo Paese della Ue ad usufruire dello Sputnik, e garantire una copertura vaccinale omogenea alla popolazione.

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