Roma - In Italia diminuiscono i laureati e anche quelli che riescono a conquistare un titolo sono destinati a trovare lavoro con maggiori difficoltà ed a guadagnare sempre meno. É un quadro fosco quello che emerge dal XIV° Rapporto di Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati che ha coinvolto circa 400.000 giovani.
Il dato nuovo più significativo e preoccupante che emerge dall’analisi dei dati, secondo il curatore dell’inchiesta, Andrea Cammelli, è quello che riguarda le professioni ad alta specializzazione. Tra il 2004 ed il 2008, prima dell’esplosione della crisi economica, in Italia si registra una riduzione della quota di occupati ad alta qualificazione, in controtendenza rispetto al complesso dei paesi Ue. Se la disoccupazione in generale saliva almeno negli altri paesi europei è comunque cresciuta la quota di occupati ad alta qualificazione mentre nel nostro paese è successo esattamente il contrario. L’Italia dunque è il paese che in assoluto non investe sulla qualificazione professionale, ovvero non investe sull’innovazione, la modernizzazione, il futuro.
I giovani laureati italiani o accettano lavori al di sotto delle loro possibilità oppure se ne vanno all’estero. Nel 2011 ad esempio la domanda di laureati da parte delle imprese è stata pari soltanto al 12,5 per cento di tutte le assunzioni. Negli Usa le stime più recenti registrano un fabbisogno di laureati del 31 per cento.
Non solo. L’Italia è ancora poco «scolarizzata» in confronto ai paesi più avanzati: venti laureati su cento contro la media Ocse di 37 su cento nella fascia di età che va dai 25 ai 34 anni. Le risorse destinate all’istruzione superiore sono poche, troppo poche. Il costo totale per ogni laureato nel nostro paese è molto inferiore alla media europea e soprattutto alla media dei paesi più avanzati. La spesa complessiva media per il laureato italiano è di 43.194 dollari ovvero la metà della Svezia e della Germania.
I risultati si leggono nelle cifre tutte negative. Aumenta il tasso di disoccupazione ad un anno dal conseguimento del titolo per i laureati triennali dal 16 al 19 per cento.
Va anche peggio per i laureati specialisti dal 18 al 20 per cento. Purtroppo cresce pure per gli specialisti a ciclo unico, ovvero medici, arch itetti, veterinari. Anche per loro si sale dal 16,5 al 19 per cento. Tutti con il segno meno invece i numeri dell’occupazione per i laureati tra il 2007 ed il 2010: meno 9 punti (dal 77,8 al 68,9) per il primo livello. Meno 6 punti per gli specialisti (dal 62,8 al 56,8). Meno 9 punti pure per gli specialisti a ciclo unico (dal 45,6 al 36,6).
Un altro dato veramente preoccupante è quello sulle retribuzioni. A cinque anni dalla laurea (per i laureati dal 2000 al 2006) gli stipendi si sono ridotti del 17 per cento e circa dell’8 per cento soltanto nell’ultimo anno. Un giovane che si è laureato nel 2000 a distanza di cinque anni guadagnava 1.
500 euro. Un giovane laureato nel 2006 dopo cinque anni ne guadagna appena 1.249. A dieci anni dalla laurea gli stipendi più sostanziosi toccano ai medici, 2.386 euro netti al mese. In coda gli insegnanti con 1.252 euro mensili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.