Piacenza, sindaco Pd apre a servizio civile per gli extracomunitari

La proposta, nata col discorso della reintroduzione del servizio civile obbligatorio, incontra più di qualche resistenza nell’opinione pubblica, ed è la stessa onorevole Calza ad esser sfiduciata: “Cadranno nel vuoto anche queste ultime poche righe”

Piacenza, sindaco Pd apre a servizio civile per gli extracomunitari

Servizio civile esteso anche ai migranti, è questa l’ultima proposta di Patrizia Calza, militante Pd, vicepresidente della provincia di Piacenza e sindaco della città di Gragnano Trebbiense.

“Sono ormai trascorsi due anni da quando, in un convegno pubblico, alla presenza del responsabile del Viminale prefetto Morcone, sollevavo, credo a nome di tanti, critiche al sistema di gestione dei migranti. In due anni tante cose sono cambiate ma, neppure con l’avvento di un nuovo Governo, viene affrontato il tema”. Queste le parole dell’onorevole Calza, come riportato dal portale “IlPiacenza”, la quale si dice allarmata dalle politiche del governo sul tema immigrazione, troppo orientate ad impedire nuovi arrivi e poco propense a dedicare tempo alla collocazione dei richiedenti asilo già presenti entri i confini nazionali.

“La preoccupazione unica era ed è quella di ridurre il numero degli arrivi: obiettivo ampiamente raggiunto già dal ministro Minniti. Nessuno che si ponga la domanda di come gestire chi ha già calpestato il suolo patrio e si trova da anni, nullafacente e inattivo, nel nostro Paese, in attesa. In pratica: una vergogna e un fallimento. Eppure una migliore gestione dei richiedenti asilo è obiettivo che dovrebbe stare a cuore a tutti ma, in particolare, a chi si oppone alle strategie dell’attuale Governo”.

Il sindaco cerca quindi di unire questa problematica ad una tematica emersa con forza di recente anche a Piacenza, ovvero quella della reintroduzione del servizio civile obbligatorio. “Ora mi chiedo: se un periodo di servizio civile obbligatorio è per tanti pedagogisti, auspicabile per le nostre ragazze e i nostri ragazzi, perché respingere aprioristicamente l’istanza di coinvolgere obbligatoriamente i richiedenti asilo presenti sul territorio in attività di servizio civile per qualche ora al giorno? Per quale motivo questa attività dovrebbe essere considerata lavoro ‘forzato’ pertanto vietato e non invece una meritevole azione educativa?”.

L’onorevole Calza non pare ottimista sul fatto che qualcuno possa ascoltare le sue parole, come indica alla fine del comunicato. Tuttavia cerca fino alla fine di trovare le parole giuste per persuadere i suoi oppositori.

“Solo un approccio ideologico alla questione può negare gli effetti positivi di un tale servizio in termini di integrazione, di acquisizione di autonomia, di rispetto della dignità umana, di baluardo contro fenomeni crescenti di rifiuto o addirittura di razzismo".

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