Picchiata e poi sgozzata. Ergastolo al marocchino che ha ucciso Sabrina

Oltre a essere ritenuto responsabile dell'omicidio, al marocchino è stato contestato il reato di rapina. Nel corso del processo ha definito Sabrina "la sua migliore amica"

Picchiata e poi sgozzata. Ergastolo al marocchino che ha ucciso Sabrina

Prima pugni e schiaffi, poi il coltello da cucina con il quale le ha tranciato di netto la giugulare. Zakaria Safri, il 38enne marocchino accusato dell'omicidio della sua amica Sabrina Malipiero, è stato condannato all'ergastolo. Lo ha deciso la corte d'assise di Pesaro, accogliendo le richieste dei pm Francesco Narbone e Silvia Cecchi. Oltre a essere ritenuto responsabile dell'omicidio, al marocchino è stato contestato il reato di rapina e l'aggravante dei futili motivi, ma non quella della crudeltà. Il delitto avvenne il 13 luglio scorso nella abitazione della donna, che lavorava come commessa e che lo stesso Safri ha definito nel corso del processo come la sua "migliore amica".

I due condividevano entrambi la passione per la cocaina. Secondo quanto riportato, l'hanno consumata anche il 13 luglio dello scorso anno, nell'abitazione della donna, non distante dal centro storico di Pesaro. Poi, secondo quanto ricostruito durante il processo, sarebbe scoppiata una lite improvvisa, culminata con un gesto d'impeto dell'assassino: 9 coltellate.

Poi la fuga da quella casa, portando via la borsa di Sabrina, alcuni monili e la sua auto, parcheggiata sotto casa.

Ad inchiodarlo, durante il processo, sono state le tracce ematiche, le immagini delle telecamere della zona, l'esame dei tabulati telefonici e gli oggetti di proprietà della donna che gli inquirenti hanno ritrovato in casa del 38enne marocchino.

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