Cronache

"Pesta me e i nostri figli". La moglie killer aveva denunciato il marito

Ciro Palmieri era stato allontanato da casa dal giudice. La moglie, accusata insieme ai figli di omicidio, aveva denunciato il marito per violenze

In foto Ciro Palmieri, 43 anni
In foto Ciro Palmieri, 43 anni

"Picchia me e i nostri figli". Monica Milite, la donna accusata di aver ucciso assieme ai due figli di 15 e 18 anni il marito, Ciro Palmieri, aveva denuciato la vittima per maltrattamenti. Ci sarebbe, dunque, una storia di abusi domestici e violenze psicologiche dietro l'omicidio di Giffoni Valle Piana, in provincia di Salerno. Chi indaga parla di una "reazione d'impeto" della donna ma non è esclusa l'aggravante della premeditazione. "Il mostro non è Ciro", ha detto Luca Palmieri, fratello del 43enne. Il figlio minore della coppia, 11 anni, testimone involontario del delitto, è stato collocato in una struttura protetta.

Le presunte violenze

Il movente dell'omicidio sembrerebbe essere riconducibile ad una condizione di disagio economico e sociale in cui versava la famiglia Palmieri ma anche, e soprattutto, ai presunti maltrattamenti che Monica Milite avrebbe subito dal marito. Nel 2015 la donna aveva denunciato il 43enne (all'epoca, di anni ne aveva 36) sostenendo che era solito accanirsi contro di lei e i figli. In una circostanza, avrebbe distrutto gli arredi dell'appartamento in cui vivevano. A seguito della denuncia, il giudice aveva allontanato l'uomo da casa ma poi, nei mesi successivi, la moglie aveva ritrattato accogliendo di nuovo il marito tra le mura domestiche. Un tentativo di riappacificazione mal riuscito visto che, stando a quanto riporta l'edizione cartacea de la Repubblica, le violenze sarebbero perpetrate fino al drammatico epilogo dello scorso 29 luglio. "Papà era un po' buono e un po' cattivo", ha detto il ragazzino di 11 anni che è ancora fortemente provato dall'accaduto.

L'omicidio ripreso dalle telecamere

L'omicidio è stato immortalato dalle telecamere di sorveglianza all'interno dell'abitazione di via Marano, a Giffoni Valle Piana, dove si è consumato il delitto. Secondo chi indaga, potrebbe esser stato proprio Palmieri ad installare l'impianto per controllare i familiari. Ipotesi che, però, dovrà essere valutata e comprovata dai fatti. Al momento, le telecamere hanno resituito le immagini dell'aggressione mortale al 43enne. Il pomeriggio del 29 luglio, Monica Milite si sarebbe scagliata, con anche i figli di 15 e 18 anni, contro il marito al culmine di un litigio coniugale. I tre, sotto "lo sguardo sbigottito e attonito di un altro figlio. - ha ricostruito il giudice nell'ordinanza di convalida del fermo per gli indagati - si sarebbero poi accaniti su di lui con altri fendenti anche quando questi giaceva inerte a terra". Sempre gli obiettivi delle telecamere hanno ripreso la successiva amputazione di una gamba della vittima che è stata posizionata in una busta di plastica e, poi, abbandonata in un dirupo insieme al cadavere.

Il ritrovamento del cadavere

Monica Milite aveva raccontato ai carabinieri di Giffoni Valle Piana che suo marito "era scomparso nel nulla" dalla sera del 29 luglio. A venti giorni da quella denuncia, il cadavere del panettiere 43enne - che in passato aveva avuto qualche problema con la giustizia - è stato recuperato in un dirupo della strada provinciale 25 che collega il comune dei Picentini a Serino, in provincia di Avellino. Sono stati proprio i tre indagati ad indirizzare gli investigatori nella località di montagna dove i Vigili del Fuoco e il soccorso alpino Speleologico hanno poi recuperato il corpo senza vita di Palmieri. La mamma e i tre figli sono accusati di omicidio volontario aggravato - per la crudeltà dell'azione - e di occultamento di cadavere.

Le parole del sindaco

"Questa è una di quelle giornate che un'intera comunità non vorrebbe vivere mai. C'è tanto sgomento per un dramma, uno choc per una città dai principi sani, dai valori forti e puri come i nostri", ha scritto sui social il sindaco di Giffoni Valle Piana, Antonio Giuliano, interpretando il dolore di un'intera comunità. "Pensare che la nostra Giffoni - ha continuato il primo cittadino - possa venir scossa in maniera così atroce lascia veramente tanto dolore e rammarico". Le indagini del caso sono affidate ai carabinieri di Giffoni, diretti dal capitano Graziano Maddalena e coordinati dalla Procura di Salerno.

Mercoledì è in programma l'autopsia sul cadavere del 43enne.

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