Politici contro i fannulloni Da che pulpito la predica

Rettificata la riforma Madia: furbetti licenziabili subito. Ma sui fannulloni del Parlamento nessun intervento

Politici contro i fannulloni Da che pulpito la predica

Dal Parlamento italiano, notoriamente affollato di Stachanov col trolley sempre pronto, sale l'urlo di gioia perché finalmente giustizia è fatta coi fannulloni della Pubblica amministrazione: «Il decreto Madia mette fine alle furberie, è un segnale che cambierà per sempre i comportamenti dei lavoratori italiani» si emoziona l'onorevole Carbone, collega di partito della ministra Madia, madrina della riforma omonima. I fantasmi degli uffici pubblici, quelli che timbrano e spariscono oppure vanno direttamente a spasso perché fanno timbrare altri, dovrebbero avere vita un po' più complicata. Per i lavoratori part time del Parlamento, invece, gli onorevoli dalla settimana cortissima, la presenza resta un sacrificio per nulla necessario. «Ho già parlato con i capigruppo: da oggi non si scherza più, si lavorerà 5 giorni su 7» annunciò Matteo Renzi. Invece lo scherzo è perdurato e anzi peggiorato: se prima i parlamentari lavoravano da martedì a giovedì, ormai la grande fuga è anticipata al mercoledì (un giorno e mezzo di lavoro a settimana), anche se negli altri due giorni il calendario dell'aula prevederebbe discussioni su disegni di legge o interpellanze urgenti (non così urgenti, se non le ascolta nessuno). Così se anche un ministro incappa nel giorno sbagliato, tipo appunto il giovedì, può ritrovarsi al Senato a parlare nel deserto rosso di trecento poltrone vuote, com'è capitato a Padoan. I parlamentari superano con nonchalance il 70% di assenze, alcuni campioni il 90% senza che succeda nulla. Nessuna stretta come ai fannulloni della Pa, neppure un piccolo taglio alla diaria mensile (3.500 euro, oltre allo stipendio), grazie alla furbata di lasciare il badge inserito per simulare la presenza nelle votazioni, dove basta esserci una volta su tre per non perdersi neppure un euro. Un bell'incentivo ad assentarsi per gli onorevoli a mezzo servizio.

Che hanno un solo alibi: se il venerdì la Camera dei deputati è impegnata sul fondamentale problema della «disciplina dell'attività di onicotecnico» (l'esperto di unghie) e della legittimità della sua equiparazione alla figura dell'estetista, come prevedeva l'ordine del giorno di ieri, l'impulso alla fuga diventa veramente irresistibile.

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