Cronache

Poliziotto in divisa firma per Salvini e finisce nei guai. La Questura apre un'indagine

La questura di Palermo ha aperto un'inchiesta per accertare quanto accaduto a Partinico, dove un poliziotto in divisa, mentre era in servizio, ha firmato all'interno di un gazebo allestito per Salvini. La foto, che ha sollevato una polemica, è stata postata dalla militante leghista Katya Caravella sui social.

Poliziotto in divisa firma per Salvini e finisce nei guai. La Questura apre un'indagine

Uno scatto innocente, un uomo si china per firmare una petizione in piazza all'interno di un gazebo. Una foto che, una volta che è stata pubblicata sui social, ha creato non poche polemiche. A firmare all'interno del gazebo "Salvini non mollare" è stato un poliziotto in divisa e in servizio a Partinico, nel palermitano. La foto è stata postata dalla militante leghista Katya Caravella sui social. Sotto la foto dell'agente, il commento: "Grande entusiasmo e partecipazione al Gazebo - scrive la militante -. Tanta gente che ci ha raggiunto anche dai paesi limitrofi per firmare la petizione. E' una vergogna indagare una persona per avere difeso i confini del proprio paese e che lotta per dare sicurezza agli italiani". La foto però non è piaciuta a tanti che hanno visto nel gesto del poliziotto una scelta fuori luogo, soprattutto durante il servizio di controllo del territorio. Tant'è che lo scatto è finito sul tavolo del questore di Palermo, Renato Cortese, che ha deciso di avviare un'indagine amministrativa. "In riferimento alle notizie stampa relative a quanto sarebbe avvenuto a Partinico nella giornata di ieri riguardanti un appartenente alla questura di Palermo, è stato dato avvio a un approfondimento per l'accertamento dei fatti", si legge in una nota diffusa dall'uffico di gabinetto della polizia.

Nel fine settimana si sono registrati altri episodi spiacevoli. Sempre a Partinico nel gazebo di piazza Duomo, un tunisino si è scagliato verbalmente contro un militante e lo ha minacciato di morte dicendo: ‘ti taglio la testa, ti apro tutto…’, prima di dileguarsi tra i vicoli del paese. A Bagheria sarebbe comparso un messaggio inquietante scritto con un pennarello rosso all’ingresso della sede del circolo leghista bagherese. Ed un altro messaggio, ben più minaccioso del precedente, è stato invece inciso con un chiodo ed indirizzato ad una rappresentante della Lega.
A denunciare entrambi i fatti è stato Igor Gelarda, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Palermo. "Nessuno pensi di intimidire i militanti e i rappresentanti istituzionali della Lega a Partinico e Bagheria, come in ogni angolo dell'Isola - dice Gelarda - impegnati ogni giorno con passione e dedizione sui territori per portare avanti il progetto del cambiamento per il riscatto della Sicilia. Sugli episodi è intervenuto anche Tony Rizzotto, deputato della Lega all'Ars. "Quanto avvenuto in queste ore a Partinico e a Bagheria è inaccettabile e ci saremmo aspettati una reazione di condanna unanime dal mondo politico e istituzionale, ma spesso questi “mondi” rappresentativi delle diverse facce della società sembrano non vedere o dimostrano di avere una visione distorta di questi gravi episodi di gratuita violenza".

Il segretario regionale della Lega in Sicilia, Stefano Candiani, rincara la dose.

"Ci aspettiamo cori di solidarietà - dice Candiani - a cominciare proprio dai primi cittadini di Partinico e Bagheria, oltre che dal sindaco della città metropolitana di Palermo, Leoluca Orlando".

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