Cronache

Ponte Morandi, Aspi e Spea fuori dal processo. La rabbia dei familiari: "Amareggiati"

Aspi e Spea non saranno responsabili per le parti civili. La decisione del collegio: "Non hanno partecipato agli incidenti probatori in questa veste"

Ponte Morandi, Aspi e Spea fuori dal processo. La rabbia dei familiari: "Amareggiati"

Autostrade per l'Italia e Spea Engineering, la controllata che per conto di Aspi si occupava della manutenzione di rete, sono state sollevate dalla responsabilità civile nell'ambito del processo sul crollo del ponte Morandi (Genova) che, il 18 agosto del 2018, provocò la morte di 43 persone. Secondo il collegio, presieduto dal giudice Paolo Lepri, le due società "non hanno partecipato agli incidenti probatori in questa veste".

L'esclusione di Aspi e Spea

Come ben ricorda il sito de ilsole24.ore, la richiesta di esclusione era stata formulata dagli avvocati delle due aziende la scorsa settimana. Con il sollevamento dalla responsabilità civile, Aspi e Spea sono, di conseguenza, escluse anche da eventuali risarcimenti che potrebbero essere disposti alla fine del procedimento. Dunque, in caso di condanna, saranno i singoli imputati a pagare i risarcimenti. Ad aprile, Aspi e Spea hanno entrambe patteggiato, pagando una cifra intorno ai 30 milioni di euro. In ogni caso, i familiari delle vittime hanno la possibilità di fare causa in sede civile.

Le reazioni

Parla di "grande amarezza" Egle Possetti, portavoce del comitato Vittime di Ponte Morandi. "Capisco le motivazioni tecniche - commenta all'agenzia stampa Ansa -ma c’è comunque grande amarezza, abbiamo sperato fino all’ultimo che potessero rimanere dentro". Tra le motivazioni del collegio, anche la mancata partecipazione delle società ai due incidenti probatori sulle cause del crollo. "Voglio ricordare che erano presenti come responsabilità amministrativa con i loro periti e si sono fatti pure sentire rallentando anche i lavori - aggiunge Possetti -. La cosa grave è la norma che permette questo. Ora Autostrade e Spea sono fuori dal processo ed è come se fossero liberi dalla responsabilità di quanto accaduto quel giorno. Dispiace perché sembra che in Italia solo verso le vittime ci sia accanimento. In un processo di questo tipo dovrebbero esserci normative particolari di tutela della vittime".

Il processo

Sebbene siano passati 4 anni dal crollo del ponte, la dinamica dell'evento e le eventuali responsabilità delle persone coinvolte sono ancora da accertare. Il processo è ripartito lo scorso 12 settembre. Le accuse, a vario titolo, sono di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per l'accusa, buona parte degli imputati immaginava che il ponte sarebbe potuto crollare ma non attuò nessuna misura preventiva.

Per la difesa, invece, le criticità sarebbero state di altro tipo (strutturali).

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