Cronache

Crollo del ponte Morandi. Autostrade patteggia

Aspi e Spea mettono sul piatto 27 milioni. Si aggrava la posizione degli altri imputati

Crollo del ponte Morandi. Autostrade patteggia

Cambio di strategia. Autostrade per l'Italia ha depositato presso la procura di Genova la richiesta di patteggiamento. Nuova tappa nel percorso giudiziario relativo al crollo del Ponte Morandi a Genova, avvenuto il 14 agosto 2018, che tolse la vita a 43 persone. Anche Spea Engineering, la società che si occupava delle manutenzioni e ispezioni per Aspi, ha chiesto di patteggiare. Le due società sono imputate - insieme a 59 persone fisiche - in base al decreto 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi nel loro interesse o a loro vantaggio. Secondo l'accusa tutti sapevano che il ponte era pericolante ma nessuno fece nulla per ridurre i costi, in modo da garantire maggiori dividendi ai soci.

La cifra messa a disposizione della procura per il patteggiamento di Aspi è di quasi 27 milioni di euro, «importo corrispondente al complessivo valore del progetto di retrofitting (rafforzamento, ndr) degli stralli delle pile 9 e 10 del viadotto Polcevera» mai realizzato che secondo l'accusa avrebbe evitato il disastro. Aspi pagherà poi la sanzione massima di un milione di euro, mentre per Spea c'è una pena pecuniaria di 810mila euro.

Si può dire che questo profondo «cambio di passo», come lo definiscono i pm, sia normale e anche comprensibile per ottenere benefici economici legati allo sconto sulle sanzioni. La cosa anomala semmai è che la procura (che si era già dichiarata contraria alla citazione di Aspi come responsabile civile) abbia dato parere favorevole a un patteggiamento nel quale l'oggetto del profitto è solamente il ritardato intervento manutentivo sul ponte e non le centinaia di milioni che la procura dichiara siano stati risparmiati in manutenzioni per dare extraprofitti agli azionisti. Il parere favorevole contraddice un po' l'impostazione indiziaria, ossia il movente contestato alla maggior parte dei 59 imputati: tagliare sulle manutenzioni per fare dividendi.

L'accordo, comunque, non influirebbe sulle posizioni individuali degli imputati delle stesse Aspi e Spea. Anzi: il patteggiamento delle due società renderebbe ancora più critica la posizione dei singoli imputati. «Il patteggiamento non lava la coscienza di nessuno e, anzi, avrà un impatto importante sull'iter processuale degli altri imputati», commenta Egle Possetti, portavoce del comitato parenti vittime del Morandi.

«Resta in Autostrade per l'Italia - si legge in una nota della società - la piena consapevolezza che non si potrà mai dimenticare la tragedia con il suo carico non commensurabile di dolore e sofferenze».

A «pesare» sulla scelta dei pm di accogliere la richiesta di patteggiamento è stato il comportamento tenuto da Aspi subito dopo il crollo: mentre dalle indagini emergeva il modus operandi all'insegna delle minime manutenzioni e dei massimi profitti portato avanti dal vecchio management guidato da Giovanni Castellucci, la società risarciva la stragrande maggioranza dei parenti delle vittime e finanziava la ricostruzione del nuovo viadotto. «È un risultato importante.

Speriamo che questa tragedia serva da lezione affinché queste cose non succedano più», commenta il procuratore di Genova Francesco Pinto.

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