"Sei morta troia". Sono queste le parole postate da Cosimo Pagnano su Facebook dopo aver ucciso la propria ex moglie. In pochi minuti, sono fioccati i "mi piace" e le condivisioni.
C'è chi ha messo "mi piace" per "l'idiozia della persona", e chi - da buon troll - ha condiviso lo stato di Pagnano "per tirar fuori il peggio delle persone, che poi iniziano a incitare la morte e cose varie". Goliardia o gusto per il macabro.
Ma, sotto questo velo di presunta leggerezza, si nasconde anche chi condivide il gesto di Pagnano, arrivando ad affermare che "è sempre il marito ad andarci di mezzo", anche quando è la donna a morire.
Su Facebook tutti si sentono in diritto di intervenire, di ingiuriare e di augurare la morte di qualcuno, ma - come spiega Alessandra Belardini, vicequestore della Polizia e Direttore del commissariato di Ps on line - la Polizia postale non può fare nulla, come nel caso di Pagnano: "Il sito è stato oscurato per la policy di Facebook non da noi direttamente. Noi non abbiamo questo potere se non per i siti pedopornografici".
Belardini è altresì convinta che casi come quello di Pagnano sono assolutamente isolati e che coloro che hanno messo "mi piace" non sono potenziali assassini, anche se "chi va in rete dovrebbe pensare almeno un minuto prima di condividere certe cose".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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